"Il decreto legge lo vedrei come ultima spiaggia, nel caso in cui si fosse veramente in un momento della fine della legislatura". Così il presidente del Senato Pietro Grasso sulla legge elettorale. "Penso - ha aggiunto - che certamente non sia la soluzione, perché devono essere i Parlamenti a stabilire il giusto equilibrio fra la necessità di una rappresentanza popolare e una possibilità per i governi di stabilità e di poter vedere applicate immediatamente le loro decisioni".
"Non si può andare alla fine della legislatura, nel 2018, senza una legge elettorale che sia approvata da entrambe le Camere del nostro Parlamento - ha detto il presidente del Senato Grasso -. Questo perché gli interventi della Corte Costituzionale sulle leggi precedenti, Porcellum e Italicum, hanno lasciato delle leggi che non sono né omogenee né autonomamente applicabili, hanno delle deficienze che costringono a un intervento parlamentare".
"Dotare il Paese di una legge elettorale compiuta per entrambi i rami del Parlamento" è "un obiettivo essenziale - ha spiegato ancora Grasso -, da perseguire con la massima determinazione, come ha ricordato pochi giorni fa il Presidente della Repubblica".
Il relatore alla legge elettorale nonché presidente della Commissione Affari costituzionali, Andrea Mazziotti, avrà una serie di incontri informali con i gruppi parlamentari così da arrivare alla presentazione di un testo base giovedì 11 maggio. E' quanto emerso all'ufficio di presidenza della Commissione che ha anche indicato nel 16 maggio il "possibile" termine degli emendamenti.
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