La tutor di Giulio Regeni, Maha Abdel Raman, non si presentò lo scorso giugno alla convocazione davanti ad un pm romano in un ufficio di polizia di Cambridge. Secondo quanto si apprende, la docente fu convocata una prima volta il 7 giugno alle 9 ma poi l'orario fu spostato alle 16 salvo poi posticipare la convocazione al giorno dopo. Ma anche l'8 giugno la professoressa non si presentò.
LA VICENDA
( di Marco Maffettone ) Passa anche attraverso l'audizione di altri studenti dell'università di Cambridge andati in Egitto per dottorati di ricerca, il difficile tentativo della Procura di Roma di cercare la verità sulla morte di Giulio Regeni. Nella informativa che è stata notificata all'autorità giudiziaria inglese il 23 ottobre scorso, il procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e il sostituto Sergio Colaiocco chiedono, oltre alla convocazione davanti ad un giudice inglese per essere ascoltata della professoressa Maha Abdel Rahman, che seguì come "tutor" Regeni, anche l'identificazione degli studenti della prestigiosa università britannica che sotto il "controllo" di Abdel Rahman si sono recati in Egitto tra il 2012 e il 2015.
L'audizione dei ricercatori dovrebbe avvenire alla presenza di inquirenti italiani, così come per quello della ex "tutor". L'università di Cambridge ha fatto sapere che Abdel Rahman, "ha ripetutamente espresso la sua volontà di collaborare appieno con i procuratori italiani", sottolineando di non voler "rispondere a insinuazioni sensazionalistiche e di nessun aiuto". Il prestigioso ateneo inglese sostiene di non aver "ancora ricevuto una richiesta formale per la testimonianza" della docente e "confida di riceverne una il più velocemente possibile, come abbiamo ripetutamente sollecitato".
Nel frattempo, insiste, "sarebbe del tutto inappropriato, e in violazione delle regole processuali, se la dottoressa Abdel Rahman parlasse con i media prima di aver reso la sua testimonianza alle autorità italiane". I magistrati di piazzale Clodio, da parte loro, vogliono capire se anche in altri casi, come quello di Regeni, gli studenti abbiano effettuato ricerche sui sindacati indipendenti che operano in Egitto. Una materia che Abdel Rahman aveva chiesto a Regeni di approfondire anche se il suo dottorato riguardava il tema generale dello sviluppo economico dello stato nordafricano. Massima trasparenza dall'università inglese viene auspicata anche da Matteo Renzi che in un tweet ribadisce che sul caso del ricercatore friulano trovato morto al Cairo il 16 febbraio del 2016 si deve trovare "la verità".
Le autorità giudiziarie britanniche avranno tempo fino al 23 gennaio per rispondere alla nuova rogatoria, che ora formalmente si chiama Ordine europeo di investigazione. Quella inviata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dal sostituto Sergio Colaiocco è la terza rogatoria trasmessa alle autorità inglesi. Nella prima, nel giugno 2016, si chiedeva, anche l'audizione di Abdel Rahman ma la docente si rifiutò di presentarsi davanti all'autorità giudiziaria inviando, alcune settimane dopo, una mail in cui raccontò di avere incontrato per pochi minuti Regeni la mattina del 7 gennaio 2016 in un bar del Cairo. In una seconda rogatoria, i pm di piazzale Clodio hanno chiesto alla Oxford Analytica (società di analisi e consulenza) notizie sul rapporto con Regeni. Dalla società hanno fatto sapere che con il ricercatore friulano non c'erano rapporti dal settembre del 2014 quando Giulio li aveva lasciati così come non risultano contatti tra il ricercatore e la Fondazione Antipode che avrebbe dovuto finanziare la sua ricerca con 10 mila euro. Dalle precedenti rogatorie non è emerso, inoltre, che Regeni avesse conti correnti in Inghilterra riconducibili a lui.
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