Alla City di Londra si consuma il "giallo larghe intese". A tarda sera, quando gli incontri tra Luigi Di Maio e gli investitori sono conclusi, l'agenzia Reuters, citando una fonte anonima presente ai colloqui, scrive che il candidato premier M5S, ai suoi interlocutori, ha "detto, che, se non avrà i seggi sufficienti per la maggioranza, vede la probabilità di un governo sostenuto da tutti i principali partiti, inclusi i 5 stelle". Non solo.
Per la stessa fonte Di Maio, in caso di stallo "prevede una maggioranza di governo a quattro costituita da M5s, Pd, Forza Italia e Lega". Parole che aprono uno squarcio nel mantra pentastellato. Secca e pronta arriva la smentita di Di Maio. "Ho detto quello che dico sempre, che farò un appello pubblico a tutti, non ci sarà alcun governo di larghe intese", sottolinea. Per il capo politico M5S "probabilmente c'è stato un problema di traduzione" anche perché - ribadisce Di Maio all'ANSA dall'albergo dove alloggia a Londra - "presenteremo una squadra di governo prima delle elezioni. Dopo, se non ci dovesse essere una maggioranza assoluta del M5S faremo un appello per convergere sui temi. Noi chiederemo di mettere assieme ai nostri 20 punti altri punti legati ai nostri valori". E Di Maio ribadisce il concetto su facebook, rimarcando il "no" del Movimento "agli inciuci e agli scambi di poltrone".
IL POST DI DI MAIO
Ma il dado, quando la notizia delle presunte dichiarazioni di Di Maio alla City arriva in Italia, è ormai tratto. E il Pd attacca a stretto giro. "Ho come l'impressione che Luigi Di Maio sia talmente confuso da diventare quasi comico. Prima dice che non faranno accordo, poi candida fuoriusciti degli altri partiti tra i 5 Stelle quindi si apre a una coalizione a 4", è la replica del portavoce Dem Matteo Richetti che spegne, al di là della sua veridicità, l'ipotesi del "governissimo". "Il Pd non farà più accordo con gli estremisti e i populisti", sottolinea infatti. Il caso delle parole di Di Maio riporta una volta in più a galla il tema della strategia del M5S se, dopo il voto, sarà il primo partito ma senza maggioranza. Un tema sul quale Di Maio è tornato più volte, parlando di convergenza sui temi e assicurando, in Italia come a Londra, che il M5S "non lascerà il Paese nel caos". Ed è questo il concetto che il leader M5S ha tenuto a spiegare agli investitori americani e anglosassoni, tentando di decostruire il timore che serpeggia, nei mercati e in Ue, su una vittoria (ancor più se fosse di Pirro) del M5S. Un Movimento che, sebbene sia contro i suoi dogmi, sarà costretto comunque ad una convergenza "a seconda della consistenza sui temi degli altri gruppi" come ha spiegato, più volte, lo stesso Di Maio.
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