Politica

Moro: Ezio Mauro, tragedia italiana in epoca più buia

A Roma anteprima del documentario sullo statista,'Il condannato'

Ezio Mauro durante la presentazione del film-documentario ''Il condannato-Cronaca di un sequestro''

Redazione Ansa

"Un atto che è stato la fine della Prima Repubblica, un dramma personale per le famiglie di Moro e degli agenti della scorta e una tragedia per la democrazia in quella che è stata forse l'epoca più buia della democrazia italiana". Così Ezio Mauro con l'ANSA definisce il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, di cui ha ricostruito le tappe, 40 anni dopo, con grande rigore e partecipazione nel documentario 'Il condannato - Cronaca di un sequestro'.

Il film non fiction, presentato in anteprima all'Auditorium Parco della Musica di Roma, davanti a una platea che comprendeva il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, i presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, vari ministri da Valeria Fedeli a Andrea Orlando e il segretario di Stato vaticano, Cardinal Pietro Parolin, andrà in onda il 16 marzo (a 40 anni esatti dal giorno del rapimento) in prima serata su Rai3 senza interruzioni pubblicitarie.

Nel documentario firmato da Mauro per la regia di Simona Ercolani e Cristian Di Mattia, il giornalista ripercorre i 55 giorni del rapimento, la prigionia, fino all'omicidio di Moro, avvenuto il 9 maggio del 1978.

Gli eventi sono ricostruiti attraverso un percorso fisico nei luoghi della tragedia, con una tessitura di materiali d'archivio, oggetti e strumenti che ne sono diventati simboli (dalle lettere scritte a penna dal presidente della Dc in prigionia, su foglietti quadrettati, "come uno studente" dice Mauro, alle pistole con cui Mario Moretti lo uccise, fino alla Renault 4 Rossa dove fu ritrovato il corpo del politico in Via Caetani).

Un racconto punteggiato da una serie di interviste con testimoni diretti: fra gli altri, Giovanni Moro, figlio dello statista e Adriana Faranda, componente della cellula Br romana che portò avanti il sequestro; e poi Nicola Rana, segretario particolare di Moro per quasi 25 anni, l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Luigi Zanda, che nel '78 era portavoce dell'allora Ministro dell'Interno Cossiga, Claudio Signorile, che prese parte alle trattative avviate dal Psi con le Brigate Rosse per la liberazione del politico; Luciano Infelisi, che allora guidò con grande difficoltà le indagini sul rapimento, Giuseppe Pisanu, che nel '78 era capo della segreteria politica nazionale della Dc guidata da Benigno Zaccagnini.

''Per noi Moro era la mente della Democrazia cristiana" dice Adriana Faranda, per spiegare perché le Br decisero di rapire lui e non Fanfani o Andreotti. Per il figlio di Moro, Giovanni, "la memoria di quegli anni in Italia è un buco nero, riempito da tre atteggiamenti: il silenzio, la vergogna, e la nostalgia. Tutti e tre non ci aiutano a capire cosa è successo".

A introdurre il documentario è stato il direttore generale della Rai Mario Orfeo, che ha ricordato anche alcuni degli altri appuntamenti che il servizio pubblico riserverà al quarantennale della scomparsa di Moro: "l'8 maggio dedicheremo su Rai1 prima e seconda serata al racconto di ciò che accadeva in quegli anni con testi scritti da Stefano Massini e letti da Luca Zingaretti; subito dopo andrà in onda la fiction su Moro 'Il professore', con protagonista Sergio Castellitto; inoltre a maggio Michele Santoro (stasera tra il pubblico dell'anteprima, ndr) riprenderà il suo programma M su Rai3 e dedicherà quattro puntate speciali al Caso Moro". In platea, fra le decine e decine di volti noti di politica, società civile, giornalismo e spettacolo, anche il presidente della Rai Monica Maggioni e i consiglieri dell'azienda pubblica: Giovanna Melandri, Walter Veltroni, Maurizio Gasparri, Adriano Galliani, Bruno Vespa e Marco Tardelli.
   

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