Tra i 5 Stelle e la Lega l'accordo sulle presidenze delle Camere è sostanzialmente fatto: ed è a tal punto saldo da far immaginare ai due contraenti di poter sbloccare l'elezione della seconda e terza carica dello Stato al massimo sabato. "L'elezione dei due Presidenti avverrà in contemporanea" si mettono al riparo però i 5 Stelle che non sembrano comunque temere colpi di scena da parte del centrodestra che domani riunirà i suoi big: "Per decidere merito, metodo e nomi". A garantire per la sua coalizione ci prova Matteo Salvini che si giostrerà prima la partita dentro il centrodestra. Tant'è che sulle personalità indicate le carte sono ancora coperte e verranno scoperte solo giovedì, dopo il vertice con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni a Palazzo Grazioli, e a ridosso dell'inizio delle votazioni.
Ma lo schema sembra già stabilito: ai M5s la Camera e alla Lega, o centrodestra, il Senato. Luigi Di Maio torna però ad elencare quelli che sono i paletti da rispettare: dovranno "rappresentare le istituzioni in maniera dignitosa e onorevole, quindi non accetteremo né condannati né persone sotto processo" ripete confermando il suo No, quindi, a Paolo Romani o Roberto Calderoli e facendo risalire in primo luogo le quotazioni di Giulia Bongiorno, accanto a quelle dell'azzurra Anna Maria Bernini, mentre spunta il nome di un'altra leghista Lucia Borgonzoni. Per il Movimento, Di Maio rivendica Montecitorio dove in pole ci sono sempre i nomi di Riccardo Fraccaro e Roberto Fico: "Vogliamo che ci venga riconosciuto lo straordinario risultato del 4 marzo" mette in chiaro il leader che ripete: "abbiamo chiesto la Presidenza della Camera perché qui ci sono più vitalizi da tagliare, più regolamenti da modificare". Tanto più che al Senato è molto più difficile governare il calendario dei lavori giacché per regolamento, in assenza di maggioranza in Consiglio di Presidenza, la palla passa all'assemblea. Un desiderio, fanno sapere i capigruppo M5s su cui non c'è alcuna "contrarietà degli altri partiti" che intanto già si organizzano per suddividersi le vicepresidenze.
"E' finita l'era dell'opposizione, ora comincia l'era del governo M5s: saremo all'altezza di questa sfida" esulta Di Maio mostrando quindi di aver l'accordo in tasca che sarebbe stato stretto questa mattina con il vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti. Il quale cerca di mantenere il low profile: "stiamo lavorando tutti assieme, non solo Lega e Cinque Stelle. Domani tireremo le somme con Berlusconi e Meloni e decideremo tutti assieme, come centrodestra, come ci presenteremo al M5s e al Pd". Insomma, "non c'è alcun accordo segreto tra Salvini e Di Maio".
Ma il leader pentastellato sembra già cantare vittoria e già guarda al governo dove non abbandona ancora la strada di un'intesa che, con pazienza, guardi anche a sinistra. Per il momento, in ogni caso, le indiscrezioni sulla 'pazienza' e sulla neutralità del Quirinale di fronte al colore che dovrebbe avere un governo stabile e con i numeri lo rassicurano. "Sono sicuro che il capo dello stato gestirà nel migliore dei modi questa fase. Apprezziamo molto che il Quirinale non stia mettendo fretta alle forze politiche" ha commentato il candidato premier M5s. Ed esulta, con il Washington Post, anche Davide Casaleggio che raccoglie i frutti della scommessa fatta da suo padre Gianroberto: "Il M5s è inarrestabile, è il primo partito digitale al mondo" mentre i vecchi partiti sono "moribondi" e con l'avvento della Rete anche "obsoleti e diseconomici".
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