E' guerra di percentuali fra M5S e Lega: la settimana che dovrebbe chiudersi con un nuovo giro di consultazioni al Quirinale si consuma all'insegna di un crescendo di attriti fra Matteo Salvini e Luigi Di Maio e sembra allontanare l'ipotesi di un incontro fra i due leader che si sarebbe dovuto tenere prima dei colloqui con il Capo dello Stato.
Le possibilità di fare un governo "ammucchiata" centrodestra-5stelle sono pari "allo zero", chiarisce infatti il leader dei pentastellati gelando Salvini, che poco prima aveva alzato l'asticella al 51 sulle possibilità di un governo insieme. A fine giornata, come racconta il leader leghista, i due non si sentono ma ribadiscano i paletti a distanza.
Tenuto conto delle tensioni anche all'interno della coalizione di centrodestra e della ribadita indisponibilità del Partito democratico a incrociare i propri destini con i vincitori delle elezioni resta difficile immaginare una soluzione a breve per dare vita a un governo e, in molti continuano a dirsi convinti che prima della fine di aprile, quando si saranno consumate le regionali in Friuli Venezia Giulia e in Molise, il quadro non sia destinato a schiarirsi.
Ieri anche il Financial Times, in un editoriale, rileva come lo stallo potrebbe protrarsi per un paio di mesi. Nonostante l'esito incerto delle elezioni - è però il ragionamento del quotidiano della City - i mercati non hanno fibrillato e questo lo si deve alla "rassicurante presenza di Mattarella".
Poi, certo, si sottolinea "ci saranno tuttavia dei limiti ai poteri del Capo dello Stato e alle sue opzioni tattiche nelle prossime settimane" e quindi non è escluso, conclude l'editoriale, che si possa tornare al voto. Se i rapporti 5S-Lega sono dunque tesi e complicano la ricerca di una soluzione, anche nella coalizione Fi-Lega-Fdi si continuano a registrare divergenze come testimonia lo stop di Salvini, impegnato in un tour per vincere in Friuli Venezia Giulia, a ulteriori vertici: "Non è - dice - che possiamo vederci tutti i giorni. Esiste il telefono fortunatamente nel 2018".
Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, insieme a Forza Italia insistono infatti nella richiesta di cercare voti in Parlamento per dare vita a un Esecutivo: "Chiederemo - annuncia la leader di Fdi - al presidente della Repubblica di avere il mandato per provare a formare il governo con chi ci sta". Un punto su cui però il leader leghista resta di avviso diverso: "Io mi sento pronto a prendere per mano questo Paese ma solo con una maggioranza certa. Serve un accordo scritto tra centrodestra e Cinque Stelle". Al di là "dei veti o delle simpatie - ribadisce sempre Salvini parlando ai 5S - facciamo qualcosa o no? Se la risposta è no, i numeri sono numeri, si torna al voto".
Alla fine della giornata le distanze non si accorciano ed i toni si inaspriscono: "Di Maio, in questo momento - taglia corto Salvini - mi interessa meno di zero". Ma sono zero anche, ribadiscono i Democratici, le probabilità di un'intesa Pd-M5S o Pd-centrodestra: "Non sono d'accordo a fare un governo con chi ha delle ricette diverse dalle nostre", sottolinea infatti Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera. E mentre "fra i vincitori regna il caos - si smarca il reggente del partito, Maurizio Martina - noi proviamo a fare buona politica". Da parte loro, però, anche i 5S rivendicano essere quelli pronti a puntare tutto sul cambiamento: "Non avrebbe senso fare il presidente del consiglio per tirare a campare", dice infatti Di Maio, anche lui in tour elettorale ma in Molise, che a fine serata si mostra però più ottimista assicurando "che ce la metteremo tutta per creare un governo del cambiamento prima della fine del mese".
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