Mentre l'Europa litiga e scatta il blocco dei proti per le ong continua la tragedia dei disperati in fuga dall'Africa verso il sogno europeo. Con un' altra, l'ennesima, carretta del mare che si inabissa, lasciando alla merce delle onde oltre 100 migranti, tanti neanche in grado di fare due bracciate.
Rilevante per il quadro creato dalla chiusura dei porti italiani e dalla questione delle Ong é il fatto che i naufraghi abbiano dovuto nuotare un'ora prima di essere soccorsi, come denunciato Unhcr, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati. Le più piccole delle vittime recuperate, tutti sotto l'anno di età, sarebbero due marocchini e un egiziano. Sul barcone, secondo un sopravvissuto yemenita, oltre a uomini di nazionalità arabe e africane, c'erano anche almeno 20 donne (ma l'Onu ne stima 30) e 10 bambini.
La Guardia costiera libica, intervenuta con un gommone e impegnata anche nel salvataggio di altri 345 migranti in tre diversi punti della stessa area, è tornata a lamentare di non avere sufficienti motovedette e pezzi di ricambio per far fronte al traffico di esseri umani che tra il 2000 e l'anno scorso ha causato quasi 34 mila morti, secondo un rapporto dell'Oim. I sopravvissuti sono stati condotti alla base di Hamidya e - alla presenza di Organizzazione medica internazionale, Oim e Mezzaluna rossa, come sottolinea la Guardia costiera libica per attestare il rispetto dei diritti umani - sono stati consegnati all'Autorità per la lotta all'immigrazione illegale di Tagiura, un quartiere di Tripoli. Anche l'Unhcr ha sottolineato di aver "assistito" i naufraghi "con aiuti medici e umanitari". (ANSA).
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