Sono soprattutto italiani gli uomini che commettono violenze sulle donne. Lo dicono i dati della Rete dei Centri Antiviolenza D.
Qualsiasi forma di indipendenza economica è da escludere per circa il 35%: le donne disoccupate sono il 23%, le donne casalinghe intorno all'8%, le studentesse il 3,9%. La violenza più frequente risulta quella psicologica, violenza subìta dalla grande maggioranza delle donne (73,6%), seguita da quella fisica (62,1% dei casi). La violenza economica viene esercitata su un numero di donne abbastanza elevato (30,7%) mentre la violenza sessuale e lo stalking riguardano percentuali più basse (13,5% e 16,1%, rispettivamente). Il maltrattante è quasi sempre il partner (56% circa dei casi) oppure l'ex partner (quasi il 20%). Questo significa che nel 75,7% dei casi la violenza viene esercitata da un uomo in relazione con la donna.
Nel caso specifico dell'ex partner si tratta di compagni (mariti o conviventi o fidanzati) che continuano ad essere maltrattanti anche dopo la separazione; in altri, di compagni che diventano violenti a seguito della separazione stessa. La rottura della relazione non implica necessariamente la cessazione delle violenze. Al contrario, spesso questa rappresenta per le donne maltrattate uno dei momenti di maggiore pericolo. Se si aggiunge la percentuale dei casi in cui l'autore è un familiare (8,7%) si arriva alla quasi totalità (84,4%). Molto raramente è un conoscente o un collega o un amico (5,3%) e quasi mai un estraneo (1,8%).
Durante la presentazione è stato ribadito che "a fronte di un aumento delle denunce corrisponde un taglio dei finanziamenti ai centri. La politica ha una grande responsabilità". Di qui l'affondo dell'ex presidente della Camera Laura Boldrini, presente all'iniziativa: "Dal 1946 ad oggi non c'è mai stato un attacco così forte ai diritti delle donne. E' arrivato il tempo di una nuova rivoluzione femminista".
Violenza donne: più denunce, il 65% degli aggressori è italiano
Dati dei Centri Antiviolenza, 73% abusi psicologici e 62% fisici