Non si placa la querelle nel governo sulla Tav. Matteo Salvini torna alla carica e chiede e Di Maio di spiegare "perché, numeri alla mano, è sconveniente usare treni veloci che ci collegano al resto del mondo risparmiando inquinamento e quattrini". Poi dice no ad uno "scambio" con il voto in Senato sull'autorizzazione a procedere per il caso Diciotti. "Lascio - evidenzia il vicepremier - che ciascuno dei senatori legga i documenti e decida se io ho bloccato gli sbarchi, cosa che continuerò a fare, per la sicurezza degli italiani o per altri ragionamenti. Uno scambio Tav contro Diciotti? No, questa è la vecchia politica. Io faccio il ministro, continuerò a farlo con orgoglio. Ognuno pensi a cosa vuole votare in Senato. Io mi alzo e lavoro tranquillo". Così il vice premier Matteo Salvini al giornale Radio Rai su Radio 1 sul voto in giunta al Senato per l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti.
Sulla Tav "noi non abbiamo alcun pregiudizio, spero non ne abbia neanche la Lega. Se delle persone che si guardano negli occhi in maniera concreta capiscono se conviene e o no faranno la scelta migliore, quindi non cadrà il governo sulla Tav". Lo ha assicurato il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, intervenendo a 'Coffee break' su La7. Toninelli ha anche aggiunto che se l'opera non si dovesse fare "i soldi non si perderanno", ma non ha risposto sul tema delle eventuali penali.
Intanto sul caso Diciotti Di Maio puntualizza: "Il mio riferimento sono i senatori della giunta per le autorizzazioni. Non ho detto che abbiamo preso una decisione. Si decidera' dopo quello che si vedra' in giunta, sulle carte, sulle audizioni e sulle assunzioni di responsabilita' mie, del ministro Toninelli e del premier Conte".
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