"L'Italia è il primo, più credibile, più solido interlocutore degli Usa nell'Unione europea". Ed e' "il più grande Paese europeo con cui gli Stati Uniti possono e vogliono dialogare".
Del resto il vicepremier leghista spiega ai suoi interlocutori americani che "l'ostinazione della Ue sui vincoli, sull'austerità non aiuta. Per questo - assicura - ci apprestiamo a trattare con l'Unione europea da pari a pari, senza timori reverenziali". E per quanto riguarda la lettera del nostro governo attesa nella capitale europea Salvini getta acqua sul fuoco delle polemiche, e assicura che prima dell'invio si vedra' con il presidente del consiglio Giuseppe Conte: "L'ho sentito ieri sera, e sui contenuti siamo d'accordo, il voto degli italiani parla chiaro". "Trump ha ridato un sogno, una speranza, una visione, ed e' questo che voglio portare nel nostro Paese". Per quanto riguarda la politica estera Salvini ha quindi parato di "visioni e soluzioni comuni", dalla Libia all'Iran, dal Medio Oriente al Venezuela. Anche per quel che riguarda quella che il vicepremier ha definito "la prepotenza della Cina con l'Europa", affermando di condividere le preoccupazioni di Washington per i piani di Pechino, come quello della Via della Seta a cui l'Italia ha aderito: "Il business non e' tutto e di fronte alla sicurezza nazionale non si transige", ha avvertito il leader leghista, sottolineando come il governo italiano in particolare sta lavorando "per verificare le problematiche e gli eventuali rischi concreti che ci possono imporre una riflessione" sul ruolo di Huawei nella realizzazione delle reti di nuova generazione 5G.
Conte dall'Italia risponde ancora una volta al suo vice in maniera netta: "Non c'e' nessuna discrepanza nella nostra politica estera, che e' chiara e lineare" anche nei rapporti con la Cina. "Quando abbiamo sottoscritto il memorandum ho chiarito in modo chiaro, puntuale e diretto con il presidente Usa Donald Trump che non c'e' nessun equivoco. La nostra fedelta' euro-atlantica e' confermata ai massimi livelli". Infine la Russia. "Bisogna recuperare la via del dialogo. Sarebbe un errore strategico sia commerciale sia geopolitico allontanare Mosca dall'occidente per lasciarla nelle braccia dei cinesi. Bisogna fare di tutto per riportarli al tavolo e io preferisco ragionare che tornare all'asse Mosca-Pechino".