Un video di quattro minuti per blindare, almeno temporaneamente, la leadership di Luigi Di Maio e dare un'ulteriore sferzata filo-Pd al M5S. L'attesissimo intervento di Beppe Grillo arriva di prima mattina, dopo un faccia a faccia di quasi due ore con il capo politico del M5S, giunto a Roma precipitosamente dalla Sicilia per mettere un punto ad una slavina che rischiava di travolgerlo. "Il capo politico è lui, in questo momento serve chiarezza, un referente, non rompete i coglioni", sono le parole, nettissime, con cui Grillo prova a mettere una toppa alla rivolta interna. Ma, allo stesso tempo, è di governo e Pd che si parla all'hotel Forum, con Grillo che ribadisce la sua linea: da questo governo non si torna indietro. E dall'incontro esce la proposta di un "nuovo contratto di governo" con il Pd, a partire da gennaio.
Il faccia a faccia tra Grillo e Di Maio era atteso non solo nel Movimento. Al fondatore, nelle ultime ore, ha guardato con crescente attenzione anche Nicola Zingaretti, preoccupato dalla piega presa dall'alleanza di governo e dalla scelta del M5S di andare da solo in Emilia-Romagna e Calabria. "Bene l'impegno dei 5 Stelle per il rilancio del Governo. Un passo in avanti. Siamo pronti al confronto", plaude il segretario Pd parlando tuttavia di agenda e non di contratto di governo, formula della quale al Nazareno non vogliono sentir parlare. Sui macro-temi, come già era accaduto in estate, l'accordo di massima in fondo c'è, a partire da quel Green New Deal caro anche a Grillo. Tanto che l'ex comico fa un'incursione anche sulla manovra sottolineando: "le tasse servono a orientare un Paese e noi dove ci stiamo orientando, se non nelle rinnovabili?".
Da Palazzo Chigi non filtra alcuna reazione all'incontro. Che il premier Giuseppe Conte sia preoccupato per il rischio di sfilacciamento del governo è cosa ormai nota. Come è nota la sua volontà, subito dopo la manovra, di rilanciare la squadra dell'esecutivo. Ed è su questo punto che, agli inizi del 2020, il governo giallo-rosso sarà chiamato a ritrovarsi per evitare le urne anticipate. Urne che, per Matteo Salvini, sono invece sempre più necessarie. "Grillo e Di Maio hanno rubato un sogno a milioni di italiani, svendendo il cambiamento in cambio di qualche poltrona offerta dal Pd, la Lega è aperta ai delusi", attacca l'ex titolare del Viminale ben consapevole dei rischi di una convergenza, ancora non del tutto esclusa, di Pd e M5S in Emilia-Romagna. Già, perché Grillo nel video con Di Maio parla anche del voto del 26 gennaio. "Avete scelto questa votazione,in Emilia-Romagna ci andiamo per beneficenza, non puoi dare un piccolo voto a noi per beneficenza? Così magari facciamo da tramite tra una destra un po' pericolosetta e una sinistra che si deve formare anche lì", sottolinea il fondatore ribadendo, a Di Maio, agli attivisti e ai parlamentari un concetto: "con la sinistra possiamo fare progetti bellissimi".
Basteranno le parole del fondatore a sedare gli animi del Movimento? "Io ci sarò, sarò un po' più vicino", assicura Grillo per placare il dissenso. Non sarà facile. Sui social, poche ore dopo, compare l'hashtag "#iorompoicoglioni". "Me l'ha insegnato Beppe e il ruolo di capo politico come uomo solo al comando non funziona", ribadisce Roberta Lombardi trascinandosi con sé i più barricaderi, da Sebastiano Cubeddu a Alberto Airola. Di Maio, invece, torna in Sicilia. E sugli attivisti, ora, il leader dovrà puntare per rafforzarsi e per rinsaldare un M5S che, spiega, "esce più forte di prima". Le liti con Grillo? "Leggende metropolitane, siamo d'accordo su tutto", assicura il ministro degli Esteri rilanciando temi come il salario minimo e il conflitto di interessi. E lunedì, in Emilia-Romagna si aprirà la campagna del M5S. Ma forse, fino ad allora, le sorprese non sono finite.
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