Politica

"Silvia neo-terrorista", è bufera sul leghista Pagano

Poi si scusa ma è condanna bipartisan. Difesa fredda di Salvini

Redazione Ansa

Il governo non ha assistito ai funerali del "figlio della patria", il poliziotto ucciso giorni fa, invece c'era quando "è venuta la neo-terrorista". Sono le 9. 50 quando Alessandro Pagano, deputato leghista siciliano, parlando nell'Aula di Montecitorio, definisce così Silvia Romano, la cooperante da poco liberata dopo 17 mesi di prigionia. E subito scoppia la bagarre, con vibrate proteste dai banchi del Pd, su tutti Emanuele Fiano che urla "parole inaccettabili". Immediata la presa di distanza da parte della vicepresidente Mara Carfagna: "Credo che riferirsi a Silvia Romano con il termine terrorista sia alquanto improprio, inaccettabile", scandisce. Una bufera che travolge l'esponete leghista, sconfessato, sia pure implicitamente, anche dal segretario, Matteo Salvini: "Il problema - spiega gelido l'ex ministro dell'Interno - non è Silvia Romano, una ragazza mandata allo sbaraglio, usata dai terroristi per ottenere soldi e armi. Lasciamo stare Silvia, cui auguro vita lunga e felice, e guardiamo al vero nemico, al vero pericolo per i nostri figli, per l'Italia, per il mondo, per la Libertà: l'Islam fanatico, integralista, violento, assassino". Clima da rissa alla Camera. Non è da meno il 'ring' del web: per tutto il giorno l'hashtag Pagano è top trend topics nel twitter in Italia con tutti i commenti a senso unico.
    La condanna della politica è unanime, bipartisan. Apertamente infastidito anche il commento di Francesca Fumagalli, madre della ragazza liberata: "Non ho sentito e non mi interessa.
    Guardi, non amo la politica, non la seguo". Sempre lei, uscendo di casa, assediata dai giornalisti, parlando di questi primi giorni di Silvia a casa, osserva sfinita: "Se non ci foste voi starebbe molto meglio".
    Durissimo nello stigmatizzare l'intervento di Pagano, il Presidente della Camera Roberto Fico: "Le parole d'odio rivolte nell'Aula della Camera sono violente e inaccettabili.
    Montecitorio - aggiunge Fico - è il luogo del dibattito e del confronto, anche acceso, non la sede per formulare insulti a una giovane che viene da diciotto mesi di inferno". Bocciatura lodata dal capogruppo dem, Graziano Delrio: "Bene ha fatto il presidente Fico a condannare le gravissime accuse contro Silvia Romano. E' inammissibile un simile comportamento da un deputato della Repubblica". Che, rincarano i deputati 5S della Commissione Esteri, ha usato "parole vergognose". Ananto accaduto: "Provo forte imbarazzo per le parole pronunciate oggi alla Camera da un Deputato della Repubblica" che "segnano una triste pagina della storia italiana. In questi giorni - scrive su Fb ricordando l'ondata d'odio su internet che ha sommerso la ragazza - abbiamo letto e ascoltato cose raccapriccianti, ma oggi si è superato ogni limite".
    E parla oggi di "sguardo disumano" contro Silvia, anche L'osservatore Romano che pur non commentando la cronaca politica, punta comunque il dito su tutti i "giudizi" che in questi giorni si sono accaniti contro Silvia dopo la sua liberazione. Giudizi che - scrivono da Oltretevere - "partono da un dato in comune, da un comune sguardo, disumano. Perché disumano è lo sguardo dell'uomo quando non vuole vedere. Quando zittisce, sopprime la compassione che sempre dovrebbe abitare dentro i suoi occhi. La compassione. La capacità di sentire sulla propria pelle il dolore degli altri". Un richiamo e un monito a molti e non ai singoli, ma che lasciano un segno. L'ondata di indignazione che lo ha coinvolto, portano Pagano a porre le proprie scuse: "Il mio intervento, sopraffatto dalla bagarre suscitata dalle mie espressioni delle quali se ho offeso qualche sensibilità mi scuso - afferma Pagano in serata dopo una lunga giornata di silenzio - era volto a sollevare interrogativi nei confronti di una azione di governo che sembrerebbe, da quanto affermato dal portavoce dell'organizzazione terroristica al Shabaab, aver agevolato, attraverso i soldi versati dallo Stato italiano, l'acquisto di armi per la jihad e nuovi attentati".
   

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