Mentre le Regioni iniziano ad attuare in ordine sparso le proprie 'strette' per contenere l'aumento dei casi di Coronavirus il dibattito è aperto nel governo e nella maggioranza sull nuove misure da adottare. Il premier Giuseppe Conte sottolinea la propria preoccupazione: "C'è crescente preoccupazione per l'aumento dei contagi in Europa e in Italia".Ma, in collegamento con il Festival del Lavoro ribadisce la linea ancora una volta prudenziale sulle misure da adottare: "Dobbiamo scongiurare un secondo lockdown generalizzato, per questo rimaniamo vigili e pronti a intervenire dove necessario".
"Siamo ancora dentro la pandemia - dice - dobbiamo tenere ancora l'attenzione altissima: forti dell'esperienza vissuta della scorsa primavera dobbiamo contenere il contagio puntando a evitare l'arresto dell'attività produttiva e lavorativa, la chiusura degli uffici pubblici, come la chiusura delle scuole".
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Ma resta il pressing degli alleati in particolare del Pd con il segretario Nicola Zingaretti che lancia un "allarme rosso" sulla situazione sottolienando che il Pd sente tutta la responsabilità di questa fase: vogliamo - dice - essere il pilastro politico dell'aiuto agli italiani. Vedremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni se le decisioni" che si stanno assumendo anche a livello locale "sono sufficienti".
E anche Luigi Di Maio si 'smarca' ed evidenzia: "Il virus non va via, dobbiamo prenderne atto. Tutta l'Europa è stata investita da questa nuova ondata: oltre 8 milioni di casi e 256 mila morti. Siamo davanti a una crisi globale, è evidente. L'Italia sta reagendo con tutte le sue forze, ognuno di noi sta dando il massimo ma dobbiamo anche dirci chiaramente che alcune cose non vanno. Penso ai drive in. È inaccettabile fare 8-10 ore di fila per un tampone e su questo, come su altri aspetti, il governo deve lavorare duramente per dare risposte rapide e concrete ai cittadini, che non hanno colpe".
Mentre il leader di Iv Matteo Renzi va all'attacco e si rivolge in particolare ai pentastellati: "Grande confusione sotto il cielo nella gestione del Covid" e soprattutto "c'è qualcosa che non va nella gestione dell'emergenza. Penso che i problemi della seconda ondata derivino essenzialmente da quattro t: mancano tamponi rapidi, manca tracciabilità seria, mancano trasporti pubblici, dobbiamo avere più terapie intensive". "Chiederemo conto nelle sedi opportune di queste lacune - dice - ora lavoriamo all'emergenza. E siccome i soldi servono, insistere a rinunciare al MES, mentre le persone non hanno tamponi o autobus per andare a scuola, smette di essere ideologia e inizia a essere masochismo".
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