Una telefonata fra Beppe Grillo e Mario Draghi porta alla svolta nella posizione del M5s sul nuovo esecutivo, ora più indirizzato al sì. Lo stesso leader del movimento è a Roma dove domani farà parte della delegazione. Prima però ci sarà un vertice con i dirigenti e Giuseppe Conte. Brescia chiarisce: "Ascolteremo, poi decideremo. Il nuovo esecutivo dovrà saper rompere gli schemi". A Roma anche Davide Casaleggio secondo il quale che tra i Cinque Stelle "c'è consenso sul fatto che l'unico modo per avere una coesione del Movimento sarà chiedere agli iscritti su Rousseau".
Tutti in presenza, rigorosamente senza cellulare a portata di mano: è questa la richiesta che, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, sarebbe arrivata da Beppe Grillo in vista del vertice alla Camera con i big e i ministri M5S prima delle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi. Vertice al quale parteciperà anche il premier uscente Giuseppe Conte. E la riunione, è stata l'indicazione di Grillo, è che la riunione sia in "strooming": un modo per ironizzare sullo streaming che ha segnato i primi anni del M5S. Ma i tempi sono cambiati, domani, 6 febbraio, i collegamenti saranno interrotti anche via telefonino.
"Ogni ora che passa, per quanto mi riguarda, si aggiungono ragioni su ragioni per dire NO a Draghi. Si dice: "non sarà un governo tecnico ma un governo politico". Benissimo. Allora ragioniamo di politica....". Lo ha scritto in un post l'ex deputato M5s Alessandro Di Battista che, dopo aver elencato una serie di questioni, dalle concessioni autostradali alla banca pubblica di investimenti, dal conflitto di interessi al sostegno alla sanità, scuola e beni pubblici, aggiunge; "Governo politico è una parola che non ha alcun senso in questo scenario. Cosa c'è di Politico nel governare con PD, LEU, Forza Italia, Più Europa, Centro Democratico e, probabilmente, Lega Nord? Ci sarà qualche "politico" dentro. Un numero, tra l'altro, decisamente inferiore a quel che si immaginano molti sostenitori del sì a Draghi. Ma di politico non vi sarà nulla". Per Di Battista, "Draghi, nei primi mesi di luna di miele concessa da una pubblica opinione stremata da un anno di pandemia, si dedicherà al piano vaccinale e a mettere nero su bianco un Recovery gradito ai potentati che lo incensano. Nulla più. Poi, senza colpo ferire, si farà eleggere Presidente della Repubblica. D'altro canto non avrebbe mai accettato senza questa garanzia. A quel punto ci si renderà conto che il "governo dei migliori" come già viene definito, era solo l'inizio della restaurazione. Un film già visto. Opporsi a questo scenario è l'unica scelta, propriamente politica, che si possa fare".
"Definire il perimetro e fare la sintesi è compito del professor Draghi, noi offriremo i contenuti, a partire dal fisco progressivo e dalle politiche attive sul lavoro. Non arretreremo di un millimetro sull'ancoraggio europeo e faremo le nostre scelte a partire dai contenuti. Voglio capire perché la Lega non ha votato Von der Leyen alla Commissione Ue, quello è il modello che può definire un perimentro", ha detto Nicola Zingaretti a Radio Anch'io. "Noi lavoreremo e ci schiereremo per un programma fondato su certi principi e non non a caso Mattarella ha indicato una persona adeguata a produrre una sintesi, c'è grande fiducia".
"Se ci sono spazi per aiutare milioni di italiani noi ci siamo", ha detto Matteo Salvini a Rainews24 a proposito della partecipazione della Lega al governo Draghi. Ma anche con ministri della Lega? "Se ci siamo, ci siamo non facciamo le cose a metà. Se non ci siamo collaboriamo come opposizione come abbiamo fatto in questo anno e mezzo".
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