Il Senato chiede al Governo di conferire la cittadinanza italiana all'egiziano Patrick Zaki, studente dell'università di Bologna, da 432 giorni rinchiuso nel carcere di Tora a Sud del Cairo con l'accusa di "incitamento alla protesta" e "istigazione a crimini terroristici". Ha 28 anni e rischia 25 anni di reclusione.
Nessuno in Senato vota contro Zaki cittadino italiano, ma in 33 si astengono, tra questi i 20 parlamentari di Fratelli d'Italia, sollevando dubbi sull'opportunità politica della cittadinanza. Il timore è un "effetto controproducente per lo stesso Zaki", spiega Alberto Balboni di FdI, "potrebbe insospettire e irrigidire ulteriormente le autorità egiziane". Anche il sottosegretario agli esteri Marina Sereni, pur ribadendo l'impegno del Governo a "seguire il caso con la massima attenzione", sottolinea in Aula che "l'attribuzione della cittadinanza è una misura simbolica", "priva di effetti pratici a tutela dell'interessato". Perplessità anche da Forza Italia che tuttavia vota a favore "per ribadire l'inviolabilità dei diritti umani riconosciuti". Convinti della decisione presa M5s e Pd. Dai pentastellati arriva l'appello a puntare dritto sull'obiettivo della liberazione. Il leader dem Enrico Letta scrive "l'unanimità dimostra l'impegno di tutta l'Italia. Non molliamo". Ettore Rosato vicepresidente della Camera, fa notare che su questo caso non c'è "alcun colore politico". Anche la Lega appoggia la richiesta di cittadinanza, ma mette in guardia: "non vorremmo che quella cittadinanza italiana che non fu in grado di proteggere Regeni sia oggi un ulteriore fardello sulle spalle di Patrick Zaki".
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