L'imperativo è fare presto, ma soprattutto fare bene, dice Mario Draghi ai partiti che incontra a Palazzo Chigi. "La qualità" del piano nazionale "conta più della tempistica", è il messaggio che arriva anche dalla Commissione europea.
Tra i nodi da sciogliere - come avrebbe confermato Draghi negli incontri con i partiti - resta però quello della governance del piano. La "regia" sarà a Palazzo Chigi ma nel dettaglio, si ragiona in ambienti della maggioranza, si discute ed è forte il pressing dei ministri per sedere al tavolo. L'invito della Commissione europea è inviare a Bruxelles un piano che punti sulla qualità, anche se ciò dovesse voler dire scavallare la scadenza del 30 aprile: "Se il piano è di maggiore qualità sarà più facile e più veloce approvarlo". L'Ue avrà infatti due mesi per validare i piani nazionale, per poi dare a luglio la prima tranche di risorse: per l'Italia fino a 27 miliardi. Come spenderle, quali interventi programmare per primi, dovrà essere indicato nel documento, così come un cronoprogramma dettagliato che da qui al 2026 si sarà chiamati a rispettare. L'effetto dovrebbe essere propulsivo della crescita: si stima per ora un 3,6% in più ma probabilmente la crescita al 2026 sarà esponenzialmente maggiore.
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