Il libro come prodotto inossidabile e gli editori come "mediatori", le librerie come insostituibili presidi del territorio, e ancora il digitale, le piattaforme streaming e i nuovi media, il mercato editoriale in relazione alla pandemia, ma soprattutto le sfide che l'editoria dovrà vincere per continuare a stimolare i lettori e il loro immaginario: sono solo alcuni dei temi del convegno "Arnoldo Mondadori e l'editoria del futuro", organizzato nella giornata di oggi dalla Fondazione Mondadori, in collaborazione con la casa editrice Mondadori, a 50 anni dalla scomparsa del grande editore.
Dalla figura di Arnoldo Mondadori, dal suo genio e dalla sua tenacia - l'imprenditore col sogno di portare un libro nelle case di tutti gli italiani, che da garzone di drogheria e lettore di sottotitoli all'epoca dei film muti si trasformò dapprima in tipografo e poi in un editore capace di fatto di costruire l'editoria moderna - ha preso il via il dibattito moderato da Mario Calabresi, al quale partecipano alcuni dei principali professionisti del panorama editoriale italiano e internazionale.
"La robusta ripresa registrata dal mercato del libro in Italia, che dopo il lockdown è tornato a essere florido e sano, non può che renderci fiduciosi per le prospettive future di un mondo, quello editoriale, a cui abbiamo la fortuna di appartenere. Il nostro compito è far sì che il mercato continui a rafforzarsi, espandersi, così come il numero dei lettori, curando sempre meglio i nostri libri, rendendoli sempre più accessibili, in un ascolto e in un dialogo continuo con la complessità e la diversità del presente", ha dichiarato Antonio Porro, Amministratore delegato del Gruppo Mondadori, aprendo il convegno nel quale è stato proiettato anche il documentario di Chiara Brambilla "In su la cima", dedicato al racconto della storia di Arnoldo Mondadori attraverso testimonianze video e immagini di repertorio.
"Anche nell'editoria del futuro il ruolo di mediazione svolto dall'editore è fondamentale", ha sottolineato Luca Formenton, presidente di Fondazione Mondadori e editore de il Saggiatore.
Ricordando la figura autorevole ma anche ironica del nonno Arnoldo, al quale è dedicato il volume "Al mio editore. Dediche ad Arnoldo Mondadori" (frutto della collaborazione tra la casa editrice Mondadori e Fondazione Mondadori, in uscita l'11 ottobre, a cura di Alberto Cadioli), Formenton ha aggiunto che il grande imprenditore "dal punto di vista storico è stato considerato l'iniziatore dell'editoria industriale, capace di dare forte personalizzazione a tutta la catena del libro e di tenere insieme il valore dell'oggetto fisico, quello culturale e quello commerciale. La sua missione era quella di portare il libro nelle case degli italiani".
Secondo Enrico Selva Coddè, vicepresidente e amministratore delegato Trade di Mondadori Libri, "le ricadute del digitale sull'editoria classica sono ancora marginali: il libro fisico nella sua tecnologia non è messo a rischio. Dovesse arrivare una vera editoria digitale, quella di oggi è imitativa, il mondo dell'editoria ci entrerà con la certezza che lo farà con il ruolo di mediatore culturale riconosciuto dagli autori stessi".
"L'insegnamento di Arnoldo Mondadori è stato quello di non aver paura del futuro", ha proseguito, "l'humus culturale lo crei attraverso la vastità di offerta e distribuzione, Mondadori ha fatto del libro un bene comune". La giornata di confronto e dibattito vede la partecipazione, in presenza o tramite contributi video, tra gli altri anche di Antonio Sellerio, Editore Sellerio, Eleonora Andreatta, Vice President Italian Language Originals Netflix, Achille Mauri, presidente Messaggerie Italiane e Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri; Carlo Feltrinelli, amministratore delegato di Giangiacomo Feltrinelli editore e presidente della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e di Librerie Feltrinelli, e dello scrittore David Grossman. (ANSA).
Arnoldo Mondadori e il futuro dell'editoria
Convegno su sfide e prospettive a 50 anni da scomparsa editore