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>ANSA-FOCUS/ Meyer, linee chiare per accesso a fondi pubblici

Abbattere prezzi ticket e nominare sovrintendenti 2-3 anni prima

Redazione Ansa

(di Gioia Giudici) (ANSA) - MILANO, 29 OTT - "Vedo che c'è una legge che si prepara, state attenti che il risultato non produca una situazione peggiore di quella attuale": è l'allarme lanciato dal sovrintendente del teatro alla Scala Dominique Meyer, al convegno 'Per una nuova legge dello spettacolo dal vivo' promosso dalla Fondazione "Paolo Grassi - La voce della cultura" insieme all'Università degli Studi di Milano, dove si è discusso delle misure adottate a favore del mondo dello spettacolo nel disegno di legge di bilancio.
    Per il sovrintendente della Scala, c'è bisogno di "linee chiare per l'accesso ai soldi pubblici, su quale criterio e a cosa servono, e di un controllo. Io sono per sistemi dove c'è più libertà e controllo a posteriori, così tutti sanno che saranno controllati". Per lavorare serenamente, poi, serve "sapere da cosa sarà costituito il budget e non quello dell'anno in corso". Collegato a questo, c'è la questione della nomina dei sovrintendenti che, secondo Meyer, dovrebbe avvenire due o tre anni prima del loro effettivo incarico, per dare loro tempo di organizzare la programmazione.
    Alla Scala, raccontato Meyer, "ho preso un treno già partito dalla stazione. Vorrei proporre un sistema semplice: si nomina un sovrintendente 2-3 anni prima del suo incarico, nominatelo in anticipo e questo direttore designato deve avere la delega di firma per ingaggiare progetti e artisti a partire dalla data di inizio del suo contratto effettivo".
    Tutto questo è necessario, ribadisce il sovrintendente, perché "anticipare è molto importante, quando il nostro lavoro si fa all'ultimo momento si fa male e diventa più costoso". A livello artistico, poi, "se vuoi fare una bella opera di Verdi o Wagner con pochi grandi cantanti che sono in grado di farlo lo devi fare con 4 o 5 anni di anticipo. Sto preparando la tetralogia e non la potrò fare prima del 2024 perché direttori e cantanti non sono liberi prima, questa è una esigenza centrale e vale per tutti".
    Sempre riguardo ai fondi pubblici, invece, c'è un altro tema che sta a cuore al sovrintendente: "In tanti luoghi- dice- i prezzi sono troppo alti". Tra questi, la stessa Scala dove "ho trovato un sistema di abbonamento da 2300 euro". "Questi prezzi sono decisi da chi non ha mai pagato un biglietto. - sottolinea- Tutta la nostra comunità deve battersi per ridurre questa corsa perché è ridicola". Per questo "la controparte dei soldi pubblici deve essere l'accesso della maggioranza della società ai teatri".
    La riforma, per Meyer, dovrebbe contemplare una certa semplificazione perché lui stesso, arrivando a Milano, ha ammesso di essersi "spaventato delle regole e delle complessità inutili, del tempo perso a superare ostacoli artificiali".
    (ANSA).
   

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