La direzione Pd all'unanimità "affida" al segretario il mandato, con le capogruppo, "di seguire le trattative per l'elezione del presidente della Repubblica. Il Pd ritiene che sia necessario individuare una figura di alto profilo istituzionale e quindi non di parte". Lo prevede il documento finale della riunione Dem. "A tal fine occorre giungere rapidamente a una scelta condivisa dall'arco di forze parlamentari più ampio possibile, a partire da quelle dell'attuale maggioranza", prosegue il documento, che invoca anche "stabilità nell'azione di governo e una conclusione ordinata, e nei tempi ordinari, della legislatura".
"Non c'è nessun diritto di precedenza che il centrodestra può vantare nell'indicare il presidente della Repubblica: si è confuso un atteggiamento rispettoso da parte nostra con un diritto che non c'è, non è che il centrodestra debba semplicemente valutare l'equilibrio migliore al suo interno. Sarebbe una scelta profondamente sbagliata come è sbagliata la logica dello scoiattolo di cercare voti in una dinamica che non è quella del tempo che stiamo vivendo. In Parlamento nessuno ha la maggioranza, ognuno deve considerare l'essere minoranza con responsabilità, che è l'atteggiamento con cui ci muoviamo". Lo dice al Pd Enrico Letta aprendo la direzione Pd nella sala "David Sassoli" sottolieneando che la presidenza della Repubblica "non è di proprietà del centrodestra".
"Responsabilità è l'atteggiamento col quale ci stiamo muovendo. In tanti ci stanno dicendo: mettete in campo anche voi una candidata o un candidato. Nel momento in cui in Parlamento c'è una unione di minoranze, mettere in campo nomi significa bruciarli, essere oggetto di veti da parte di altre parti politiche", aggiunge.
"Entro nel merito: ieri c'è stato un momento importante di cui parla tutta la stampa italiana e non solo. Il fatto che nel 2022 il centrodestra candidi Silvio Berlusconi alla presidenza della Repubblica rende la notizia importante per tutto il mondo. Lo dico perché è bene avere chiaro che il passaggio di ieri non è un piccolo passaggio formale che rimane dentro la dinamica domestica, ma riguarda tutto il mondo". "Noi ci vogliamo muovere per dare al Paese un presidente o una presidente che sia in scia con lo straordinario settennato di Sergio Mattarella", sottolinea. "Siamo qui a prendere decisioni molto importanti, che hanno a che fare con un passaggio come capitano poche volte: ne dipenderà il futuro del nostro Paese".
"La proposta che faccio è rivolta a tutte le forze politiche, sia ai nostri alleati, sia a coloro che hanno chiuso le porte al dialogo, scelta sbagliata: noi vogliamo riaprire le porte per il bene del Paese - prosegue Letta - . Proponiamo un'iniziativa che crei un patto di legislatura per completarla nei tempi naturali, fatto di tre punti: l'elezione di un o una presidente della Repubblica istituzionale, super partes, di garanzia per tutti; la scelta forte di dare energia perché i prossimi 14 mesi di governo siano efficaci in continuità ma con rinnovata energia; completare le riforme per la buona politica".
Il segretario prosegue dicendo di avere "l'impressione che in tanti giochi politici si giochi come se potessimo permetterci di non avere come stella polare di quello che il Paese deve fare oggi: considerare che l'Italia ha una carta fondamentale, che è la credibilità di Draghi, proteggere la sua figura perché sia in grado di far sì che dia il meglio per il Paese, è fondamentale".
Intanto, da fonti della Lega arrivano indicazioni sulle azioni che dovrà intraprendere il prossimo Presidente della Repubblica. "Il prossimo presidente della Repubblica, che ricopre anche la carica di presidente del Csm, dovrà avere ben chiara la necessità di una riorganizzazione della Giustizia a partire da una profonda e radicale riforma del Csm: abbiamo vissuto e stiamo vivendo scandali inaccettabili. Per il Quirinale serve un profilo liberale e garantista". Dal partito di Matteo Salvini si fa anche notare che "aspettiamo da troppo tempo la proposta del ministro Cartabia per mettere ordine al Csm".
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