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Quirinale: Bettini, due strade possibili per il Colle. Toti: 'Draghi candidato rifugio'

Due strade sono possibili in vista del Quirinale secondo il dem Goffredo Bettini in un colloquio con il 'Corriere della Sera'. Calenda, la candidatura del Cav "è un elefante in mezzo alla stanza".

Redazione Ansa

"Se il centrodestra deciderà di ritirare la candidatura di Berlusconi al Quirinale sempre più tardi è probabile che, di fronte a un'opinione pubblica che pretende dai grandi elettori una scelta rapida, la candidatura di Draghi diventi il rifugio su cui convergere", dice il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ad Agorà. Draghi "ha già una maggioranza di Governo molto ampia - aggiunge - e se i leader politici questa settimana avranno tempo di confrontarsi su altre opzioni è facile che esca qualche altro nome. Se, invece, si arriverà alla quarta-quinta votazione senza sintesi diversa... è evidente che ci vogliono i numeri affinché Berlusconi passi".

Due strade sono possibili in vista del Quirinale, secondo il dem Goffredo Bettini che fa il punto in un colloquio con il 'Corriere della Sera'. Nella prima, la politica ha uno scatto e propone a Mario Draghi un patto di un anno, individuando per il Colle una figura alta per guidare la transizione dall'uscita dell'emergenza alla ricostruzione di un sistema politico più equilibrato. A questa operazione dovrebbe collaborare soprattutto Matteo Salvini. Ma se questa dovesse fallire, la seconda 'è obbligata': si chiede a Sergio Mattarella di accettare un altro mandato o si verifica la disponibilità che Draghi ha lasciato intuire. 

Anche il segretario di Italia Viva Matteo Renzi, in un'altra intervista al 'Corriere della Sera', dice la sua sul Quirinale. "Io parlo con tutti - spiega - vedremo se il centrodestra avanzerà formalmente una candidatura. Nel vertice di venerdì è emerso che il sogno quirinalizio di Berlusconi non ha i numeri". A suo avviso, "Draghi a Palazzo Chigi è una garanzia per il Paese nell'anno di legislatura che ci rimane", mentre al Quirinale "garantisce l'Italia, per sette anni. Sono entrambe buone soluzioni", ma "se andrà al Quirinale dovrà esserci un accordo politico contestuale sul governo". Un governo dei leader se Draghi va al Colle? "Non è probabile ma ha un senso", dice. 

"Berlusconi non ha alcuna chance di fare il Presidente della Repubblica: è circondato da persone che lo assecondano nei suoi sogni. Non ha i numeri. E che si faccia la gara alle telefonate è una cosa fuori dalla grazia di Dio. L'abbiamo detto quando queste telefonate a Ciampolillo le faceva la sinistra andava bene. Sbagliava Conte, sbaglia Berlusconi. Non alla doppia morale della sinistra" continua il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, su Radio Leopolda. "Se mi chiama Berlusconi glielo dico in faccia. Credo che Meloni e Salvini, cambieranno idea, alzeranno il piede dall'acceleratore prima di andare a sbattere. Anche per loro Berlusconi è un'operazione "lose- lose". Credo che lo diranno al Cavaliere".

La candidatura di Silvio Berlusconi "è un elefante in mezzo alla stanza" che blocca il confronto tra i partiti non sulo sull'elezione del Presidente della Repubblica, ma anche su un patto di legislatura. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda a Rai news 24. Calenda ha detto di non credere che il leader di Fi abbia i voti per diventare Capo dello Stato: "Ma la stessa candidatura di Berlusconi - ha aggiunto - porta una serie di problemi significativi perché non fa decollare un dialogo che a nostro avviso deve riguardare la possibilità di fare un patto di legislatura con Draghi presidente del Consiglio, per evitare quello che abbiamo visto nell'ultimo mese e mezzo: e cioè forze politiche che dicono una cosa in Consiglio dei ministri e poi la disconoscono". "Questo passaggio, cioè discutere prima del governo e poi del Presidente della Repubblica - ha proseguito Calenda - è complicato dal fatto che c'è una candidatura di Berlusconi. Mi fa molto piacere che sia Letta che Renzi abbiano detto la stessa cosa, che ci sia bisogno di un patto di legislatura, ma io penso che ora il tempo è quasi esaurito e occorrerebbe sedersi insieme rapidissimamente. Anche Salvini aveva detto 'chiamerò tutti i leader dopo la Finanziaria' ma non è successo nulla, e questo accade anche perché sappiamo che c'è un elefante in mezzo alla stanza che è la candidatura di Silvio Berlusconi". "Non do un giudizio sulla persona - ha affermato ancora - io non ho mai votato Berlusconi, sicuramente è una persona di grande coraggio e capacità, ma è del tutto evidente che è una figura del tutto inappropriata per rappresentare tutta l'Italia. Dunque, bisognerebbe sedersi e discutere della prosecuzione del governo ma bisognerebbe togliere questo elefante dalla stanza e io non credo che Salvini e Meloni abbiano oggi la forza di farlo".
   

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