Politica

M5s: Conte in trincea, ma resta sostegno a Draghi

La sferzata ai transfughi, 'temono limite del doppio mandato'

Giuseppe Conte (archivio)

Redazione Ansa

Un giornata a fare i calcoli, chiuso con i fedelissimi nel suo ufficio nel centro di Roma. Il presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, non è rimasto sorpreso dalla mossa di Luigi Di Maio. Se l'aspettava da qualche giorno. Però, ha passato la giornata in una riunione permanente, a cercare di capire quanto l'emorragia possa essere grave, quanti deputati e senatori resteranno con lui e quanti se ne andranno con Di Maio. Si parla di cinquanta a Montecitorio e di undici a Palazzo Madama. "Sono tanti, ma non tantissimi", provavano a smorzare nel pomeriggio i parlamentari vicini al presidente. Mentre Conte preparava le contromosse, dalla componente di Di Maio filtravano gli attacchi. "Sta pensando di mollare il governo, magari con un appoggio esterno".

Ma chi è vicino all'ex premier ha smentito: "Sono altri che creano problemi al governo, non noi", ha detto il ministro M5S Stefano Patuanelli. Chi pensa che Conte voglia fare un passo indietro da Draghi "dice il falso - è la posizione del quartier generale 5 stelle - D'altronde, sono gli stessi che ci hanno accusato di voler disallineare l'Italia dalla Ue". Invece, si fa notare, nel momento della verità il M5s ha dimostrato di stare col governo, come per la risoluzione sull'Ucraina: "Abbiamo scelto di votarla per responsabilità - è la spiegazione - Abbiamo battagliato fino all'ultimo, non portiamo a casa ciò che volevamo, ma almeno la centralità del Parlamento è riconosciuta". La giornata dei vertici M5s è iniziata proprio con la limatura di quelle righe faticosissime, in un consiglio nazionale convocato all'ultimo minuto via Zoom e che poi è andato avanti senza sosta fino al pomeriggio inoltrato. Intanto, su pc e cellulari arrivava il post di Beppe Grillo: "Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? - ha scritto il fondatore - Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà". Frasi che sono state lette come un invito a Di Maio.

Che il ministro ha raccolto: "E' proprio la paura dello stop al terzo mandato che ha dato il colpo finale - commentavano in Transatlantico i contiani - Si sapeva che quello sarebbe stato dirimente. Qualche giorno fa Grillo ha lanciato un messaggio, ora lo ribadisce. E, guarda caso, subito comincia la raccolta di firme per i nuovi gruppi". Anche se fra i big vicini al presidente si preferisce non perdersi dentro questo livello di analisi. Però si fa notare con un commento sferzante: "Sicuramente non se ne vanno per la risoluzione o per questioni di politica internazionale". La conta dei fedeli e di chi lascia non si ferma al Parlamento. I fedeli di Conte leggono con sollievo la prima presa di posizione locale: "Siamo a fianco del presidente Giuseppe Conte", hanno fatto sapere i 7 consiglieri del gruppo M5S alla Regione Lazio.

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