Un'ora di colloquio per fare il punto sulla situazione internazionale, il viaggio del presidente della Repubblica nell'Africa australe in chiave accordi sull'energia ed il gas ma anche per parlare della tensione che sta provocando nella maggioranza di governo il voto, anzi il "non voto" dei 5 stelle sul decreto aiuti. Questo in in sintesi il faccia a faccia tra Sergio Mattarella e Mario Draghi dove- si spiega in ambienti del Colle - il presidente della Repubblica ha ascoltato le considerrazioni del presidente del Consglio senza mai commentare i possibili scenari legati alla fiducia sul dl aiuti.
Un lavoro step by step fino a giovedì, quando è previsto il voto di fiducia a Palazzo Madama. Il presidente del Consiglio avrebbe fatto diverse valutazioni e il capo dello Stato ha sostanzialmente ascoltato. Anche in considerazione del fatto, si ragiona sempre in ambienti della maggioranza, che alla fine le valutazioni finali potrà trarle solo il capo del governo in base a quanto succederà. Sarà lui a decidere se il voto di giovedì rappresenterà un vulnus per governo e maggioranza oppure no. Il presidente della Repubblica ora, come sempre, interviene sulla base della Costituzione. Se al Senato l'Esecutivo otterrà la fiducia, come sembra essere in base ai numeri, sia pure senza il voto dei 5 stelle, dovranno intervenire evidenti fattori di una certa rilevanza, un caso politico sollevato dalle forze che sostengono l'attuale esecutivo o dal premier stesso per mettere in gioco altre considerazioni. Per ora, in questa fase, la partita è sul recupero della coalizione. E un primo importante passaggio, come sottolinerato anche da fonti del Nazareno, potrebbe essere l'incontro tra governo e sindacati a palazzo Chigi dove diverse richieste dei 5 stelle saranno sul tavolo del confronto.
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