Mentre Giorgia Meloni annuncia che salirà al Colle insieme a tutta la coalizione del centrodestra, dicendosi "pronta a dare all'Italia un Governo", l'opposizione occupa la scena del primo giorno di consultazioni trasmettendo al presidente Sergio Mattarella una serie di forti preoccupazioni per il governo di centrodestra che si sta costruendo. L'allarme che tutti lanciano è soprattutto sul rispetto dei diritti, a partire dall'aborto. Il secondo è sulla politica estera dove gli audio rubati di Silvio Berlusconi si traducono oggi al Colle in un fuoco di sbarramento per Antonio Tajani che tutte le indiscrezioni indicano alla guida della Farnesina. Inconcepibile, attacca Carlo Calenda ricordando che l'ex presidente del Parlamento europeo è un uomo del Cavaliere e in quanto tale non è raccomandabile metterlo alla guida della Farnesina mentre la guerra in Ucraina infuria.
"Se il ministro degli Esteri è espresso da una forza politica che con il suo capo più volte ha definito l'invasione russa una risposta alla provocazione ucraina per portare persone per bene al governo di Kiev a fronte delle bombe e dei morti non è concepibile", afferma dopo il colloquio con Mattarella. Ancora più duro sarà Giuseppe Conte che sale allo studio "alla Vetrata" dopo il leader di Azione: "il M5s ha espresso forte perplessità a Mattarella che il dicastero della Farnesina, così centrale, possa essere affidato a un esponente di Fi". Non cita Tajani il segretario del Pd, Enrico Letta, ma racconta di aver espresso a Mattarella "forte preoccupazione per le gravissime parole di Berlusconi" che rappresentano un grave vulnus", senza contare che gli applausi dei parlamentari di Forza Italia a quelle parole sono un ulteriore "vulnus gravissimo". E quindi, aggiunge, "quella non può essere la linea di politica estera dell'Italia".
Comprensibile quindi che ci sia grande attesa - ed anche qualche preoccupazione - per l'arrivo domani della delegazione unitaria del centrodestra, nella quale sarà presente Silvio Berlusconi accompagnato anche dalla fidata Licia Ronzulli. Dalla coalizione si sono affrettati a far sapere che, proprio in quanto delegazione unitaria, dopo il colloquio decisivo con il presidente sarà la leader di Fratelli d'Italia, e solo lei, ad affrontare la stampa. Intanto il capo dello Stato ascolta e prende appunti, partendo dalla tradizionale logica dei numeri parlamentari. Che mai come questa volta sono di facile lettura, tanto che il Quirinale prevede tempi rapidi per l'incarico a Giorgia Meloni. E mette a disposizione i saloni del Quirinale anche nel fine settimana per il giuramento del nuovo governo. Ovviamente se la premier in pectore brucerà anche lei i tempi, magari accettando senza riserva l'incarico e rinunciando alle consultazioni con le altre forze politiche.
Certamente gli allarmi dell'opposizione sono stati registrati da Mattarella che ascolterà con grande attenzione le indicazioni di politica estera della coalizione di centrodestra. Il presidente ha già da tempo fatto capire che non permetterà salti nel buio rispetto all'ancoraggio europeo ed atlantico dell'Italia. Ma ascolterà con attenzione anche le idee della coalizione sul rispetto dei diritti che tanto preoccupano l'opposizione. Come ha ben spiegato Benedetto Della Vedova di +Europa: "faremo un'opposizione seria e rigorosa, a partire dal tema dei diritti e dei diritti civili". "Non accetteremo né arretramenti né ambiguità su lavoro, ambiente e diritti", ha confermato il segretario Dem. Sarà quindi "un'opposizione senza sconti", ha garantito Carlo Calenda. Certamente "seria e rigorosa", gli ha fatto eco Enrico Letta.
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