"Siamo pronti a collaborare con il governo italiano". Bruxelles attende Giorgia Meloni con la diplomazia che si deve a queste latitudini, a cui si aggiunge un pizzico di curiosità per la prima presidente del Consiglio donna in Italia. Ma, dietro la formula della cooperazione, ci sono alcuni assiomi dai quali l'Ue non vuole deviazioni: il rispetto dello Stato di diritto, il sostegno all'Ucraina, la fedeltà ai Trattati. Attorno a questi fattori dovrà prendere il via il rapporto tra Meloni e Ursula von der Leyen se il nuovo governo vorrà iniziare il suo viaggio europeo con una certa serenità. Il periodo è tutt'altro che facile. Mentre Meloni veniva ricevuta dal capo dello Stato per avere l'incarico all'Europa Building i 27 si congedavano dopo una notte di tesissime trattative sull'energia. La partita del gas, nonostante l'unità salvata in extremis, vede il Vecchio Continente ancora segnato dalle divisioni. E, in questo contesto, molto importante per la neopremier sarà il rapporto con il presidente francese Emmanuel Macron. Sul dossier gas Parigi e Roma, finora, hanno viaggiato sulla stessa linea a fronte di una Germania che, nonostante qualche concessione, sul price cap dinamico e su un fondo ad hoc per l'energia continua ad avere più di una riserva. Caso ha voluto che l'inquilino dell'Eliseo avesse già da tempo programmato una visita a Roma domenica e lunedì. Il programma prevede la partecipazione al convegno internazionale di Sant'Egidio e, il giorno dopo, un'udienza da papa Francesco e un pranzo privato con il presidente Sergio Mattarella.
L'incontro con la leader di FdI fino a pochi giorni fa era escluso ma, con il giuramento previsto già sabato, il presidente francese e Meloni - premier a tutti gli effetti sebbene non ancora con la fiducia delle Camere - dal punto di vista del protocollo potrebbero incontrarsi. Il diretto interessato, interpellato in conferenza stampa a Bruxelles, non si è sbilanciato. "Sono pronto a lavorare con Meloni e la incontrerò intorno al tavolo del Consiglio europeo", ha affermato Macron che, sull'ipotesi di un cambio di programma della sua missione, ha osservato: "Voglio rispettare la prassi". Ma la possibilità resta. Anche perché fonti vicine al governo francese hanno definito un faccia a faccia "non impossibile".
E per Meloni l'incontro potrebbe essere una buona occasione per rompere il ghiaccio sulla scia del Trattato del Quirinale sul quale poggiano i rapporti tra Roma e Parigi. Certo, a Bruxelles già ci si chiede quale sia, in ambito europeo, il primo viaggio della neopremier. Si recherà prima dal suo alleato politico Mateus Morawiecki in Polonia o rispetterà la tradizione incontrando tra i suoi primi omologhi i vertici delle istituzioni Ue o Olaf Scholz? Il cancelliere tedesco, per ora, semina ottimismo. "Tutte le volte che ci sono cambi di governo a causa delle elezioni, questo non può rovinare le buone relazioni che abbiamo con gli altri Stati membri o, per esempio, che abbiamo tra Germania e Italia. Continueremo a lavorare con una collaborazione molto buona", ha sottolineato dopo il vertice europeo. C'è un punto, inoltre, che a Bruxelles non è passato inosservato: agli Esteri e agli Affari Ue - con l'importante delega del Pnrr - Meloni ha nominato ministri Antonio Tajani e Raffaele Fitto, due profili ampiamente noti alle istituzioni europee, con il primo che è tornato ad incassare l'endorsement del Ppe: "È un europeo convinto e un difensore dei valori europei", hanno twittato i Popolari Europei.
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