Avanti sull'autonomia ma anche, allo stesso tempo, sul presidenzialismo e su Roma Capitale. E' un messaggio di metodo, quello emerso dalla riunione alla Camera con Giorgia Meloni, i vicepremier Salvini e Tajani e i ministri Calderoli, Lollobrigida e Fitto (in collegamento da Bruxelles) dopo l'accelerata della Lega sul dossier federalista che tanto mal di pancia ha provocato nei governatori del Sud, di opposizione e non.
C'è chi pensa a una maggiore autonomia solo su alcune materie, come la Toscana e la Liguria, chi vuole regionalizzare tutte le competenze e decidere su scuola, trasporti, commercio con l'estero e perfino giudici di pace, puntando a fare meglio dello Stato centrale, come il Veneto e la Lombardia, dove cinque anni fa si sono anche tenuti i referendum per avviare il percorso dell'autonomia differenziata. Si tratta dell'attuazione dell'articolo 116 della Costituzione - modificato nel 2001 - che prevede che alle Regioni a statuto ordinario possono essere attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia su un elenco molto ampio di materie, previste sempre dalla Costituzione, all'articolo 117. Si tratta di quelle con "potestà legislativa concorrente" tra Stato e Regioni (tra cui la scuola, la ricerca, il commercio con l'estero), più 3 materie di competenza statale che possono essere devolute, tra cui la giustizia di pace: in tutto sono 23. Lombardia, Veneto e Piemonte hanno già fatto sapere di essere interessate a tutte, la Liguria di Giovanni Toti pensa alla potestà sui porti, il governatore Toscano Eugenio Giani punta su beni culturali e geotermia. Per evitare che i cittadini della Calabria o della Campania abbiano diritti diversi e un veneto a un lombardo, la Costituzione prevede anche lo Stato fissi dei livelli essenziali di prestazioni, ovvero i Lep, acronimo ricorrente nel dibattito pubblico degli ultimi giorni. I Lep non sono stati mai fissati e la bozza del ministro degli Affari Regionali Roberto Calderoli - portata al tavolo con le Regioni come semplici "appunti di lavoro" - prevede che se entro un anno non verranno definiti, le Regioni potranno comunque chiedere maggior competenze, avvalendosi di trasferimenti corrispondenti alla spesa storica. Ai governatori del Sud, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano in testa, è questo che non sta bene, perché temono si ampli la forbice con il Nord. Calderoli professa però sicurezza: "Sono convinto che dopo 21 anni in cui c'è la previsione che lo Stato definisca i livelli essenziali delle prestazioni, questo governo arriverà alla definizione di tutti i livelli". E alla critiche risponde che "quando le richieste sono legittime verranno accolte, quelle strumentali no". Il governatore campano rilancia la battaglia: "Immaginano - ha detto De Luca - di avviare un percorso di nuova autonomia differenziata nelle Regioni in modo da danneggiare ulteriormente il Sud". La posizione della Lega, rilanciata dal governatore Zaia, è che "l'autonomia è la Costituzione, chi è contro di essa è contro la carta costituzionale".
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