E' scontro aperto nel centrosinistra, tra Enrico Letta da una parte e Carlo Calenda dall'altra. Dopo il faccia a faccia tra il leader del Terzo Polo e la premier Giorgia Meloni sulla manovra, con le proposte del primo al vaglio di Palazzo Chigi, Letta parte all'attacco: "Si sono già proposti per sostituire Forza Italia, loro che sono stati votati per stare all'opposizione e che invece sono già pronti a passare in maggioranza".
"Prima di prendere appuntamento con Meloni - racconta Calenda -, ho detto al Pd 'vogliamo cercare di andare insieme con una proposta comune'?. Letta non ha neanche risposto". Il leader dem guarda avanti, al futuro dell'esecutivo e alla rifondazione del suo partito come "sinistra più forte e radicata": "Questo - sostiene - è un Governo che naviga a vista e che già sta lavorando per sostituire i suoi alleati, basti vedere l'incontro tra Giorgia Meloni e il Terzo Polo. Noi stiamo progettando un Partito Democratico europeista che sia in grado di fare opposizione dopo otto anni al governo". Tra le misure proposte da Azione-Iv maggiormente gradite a Palazzo Chigi ci sarebbe Industria 4.0 - che nell'ottica di Calenda si potrebbe finanziare con il Pnrr - e il pacchetto famiglia. Secondo il terzo polo un pezzo rilevante di Industria 4.0 si dovrebbe inserire nel capitolo della transizione ecologica e digitale del piano di ripresa e resilienza. "E' l'unico vero spazio di manovra sul Pnrr, in quanto non si tratta di una rinegoziazione delle misure o del cambio di un progetto, bensì della finalizzazione di una voce", spiega un esponente del terzo polo. Se il suggerimento sarà accolto da Meloni - preoccupata di perdere i fondi del piano se non spesi - è, però, ancora tutto da vedere. Comunque vada, la posizione di Calenda sta creando qualche malumore nella maggioranza. In primis dentro Forza Italia, dove i sospetti che il Terzo polo possa trasformarsi in una stampella per l'esecutivo in chiave anti-azzurri sono vivissimi. E le sferzate del leader di Azione non fanno che rinfocolare i mal di pancia: "Ci sono amministratori di Fi che stanno arrivando - annuncia da Bruno Vespa -...Se sono validi li prendiamo". "E' un provocatore nato, ma da parte nostra incassa solo quel che merita: indifferenza", afferma l'azzurro Giorgio Mulè. Intanto, al Nazareno proseguono le consultazioni parallele sul documento di bilancio. Letta, dopo aver incontrato le associazioni del commercio e del terzo settore, vede il numero uno di Confindustria e i segretari di Cgil, Cisl e Uil. Gli 'scontenti' della finanziaria, pronti al confronto ma anche a scendere in piazza se non avranno risposte soddisfacenti dal governo, trovano nel segretario dem un interlocutore attentissimo: "Abbiamo fatto una concertazione per affinare la nostra controproposta - afferma - più che una legge di bilancio per il 2023 è sostanzialmente un decreto aiuti quinquies". Secondo Maurizio Landini "c'è bisogno di non stare fermi, di scendere anche in piazza e di chiedere a tutto il Parlamento di cambiare una manovra sbagliata". Ma tra i confederali non tutti sono sulla stessa linea: se Cgil e Uil pensano a mobilitazioni e scioperi territoriali (tra 12 e 16 dicembre), la Cisl punta tutto sul confronto per migliorare la manovra.
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