I benzinai avranno un mese, giorno più giorno meno, per esporre il doppio prezzo nei distributori, quello applicato e quello medio nazionale. Se non lo faranno scatteranno sanzioni fino a 6.000 euro, con il rischio anche di chiusura dell'impianto nel caso di violazioni ripetute dell'obbligo. Parte da qui il decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti, voluto dal governo dopo gli evidenti movimenti al rialzo registrati a inizio gennaio, in coincidenza con l'aumento delle accise su benzina e diesel. Poche pagine in cui sono raccolte le misure per il contenimento dei listini, che però non soddisfano i diretti interessati. I gestori rimangono infatti sulla decisione di 'congelare' lo sciopero in attesa dell'incontro di martedì prossimo, parlando già di auspicabili correttivi nei necessari decreti attuativi e nel corso dell'iter parlamentare del decreto legge. L'obbligo dell'esposizione del prezzo medio "è una misura del tutto inutile ai fini del contenimento dei prezzi", commenta il presidente della Faib Confesercenti, Giuseppe Sperduto. Tanto più che i dettagli mancano ancora. Il decreto legge stabilisce infatti che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy riceva dai gestori le comunicazioni sui prezzi praticati, stili una media matematica del prezzo su base regionale, non nazionale come accade ora, e la pubblichi sul proprio sito. Ma i dettagli sulla frequenza, le modalità e la tempistica delle comunicazioni saranno definite in un decreto ministeriale ad hoc che arriverà entro 15 giorni dall'entrata in vigore del dl, praticamente entro gennaio. Poi i distributori avranno altri 15 giorni per adeguarsi ed esporre i nuovi cartelloni. Operazione questa a carico non dei singoli gestori ma delle compagnie che, non a caso, con una dichiarazione del ben poco convinto presidente dell'Unem, Claudio Spinaci, parlano di nuovi oneri a loro carico per decine di milioni. "Pesanti" sono giudicate quindi anche le sanzioni: da 500 a 6.000 euro se i prezzi non verranno comunicati al Mimit e se poi quelli medi non saranno esposti nell'impianto. In caso di violazioni multiple riscontrate dalla Guardia di Finanza, dopo la terza volta può essere disposta anche la sospensione dell'attività, da sette a novanta giorni. Quello che convince è invece il ripristino, in versione aggiornata e corretta dell'accisa mobile, del meccanismo che dal 2008 permette cioè di ridurre le tasse se il prezzo del petrolio aumenta rispetto alle stime contenute nel Def. La percentuale di aumento necessaria per l'intervento scompare rispetto alla vecchia normativa, che la indicava al 2%, ma viene ridefinita la tempistica: il taglio delle accise avverrà se il prezzo del greggio sarà salito nel bimestre precedente. Allo stesso tempo si terrà anche conto dell'eventuale diminuzione nel quadrimestre precedente. "Bene l'avere accolto la nostra proposta di rispolverare l'accisa mobile. Peraltro l'unico intervento contenuto nel decreto capace davvero di intervenire per il contenimento dei prezzi dei carburanti", afferma in questo caso con soddisfazione il presidente della Fegica, Roberto Di Vincenzo, che chiede però interventi più incisivi sulla rete a favore di legalità ed efficienza. Mentre la maggioranza si ricompatta sulle scelte fatte, e con il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, che ribalta le accuse sulla sinistra, salta invece dal testo il tetto ai listini in autostrada. L'ipotesi era circolata nei primi giorni della settimana, quando il decreto ha fatto il suo primo passaggio in cdm, ma aveva sollevato dubbi di costituzionalità e di tutela della concorrenza.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto carburanti che sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.
LA TEMPISTICA - Il prezzo medio dei carburanti, su base regionale, sarà pubblicato sul sito del ministero delle Imprese e del made in Italy. Lo dispone il decreto, in cui si precisa che "la frequenza, le modalità e la tempistica delle comunicazioni" saranno definite con decreto dello stesso Mimit "da adottarsi entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto".
I benzinai avranno poi altri 15 giorni per adeguare la cartellonistica presso ogni punto vendita, anche autostradale.
LE SANZIONI - I gestori degli impianti di carburante che non comunicheranno i loro prezzi e non esporranno nel proprio punto vendita i prezzi medi calcolati dal ministero delle Imprese potranno essere puniti con sanzioni da 500 a 6.000 euro. "Dopo la terza violazione - si legge nel testo bollinato del decreto sulla trasparenza dei prezzi - può essere disposta la sospensione dell'attività per un periodo non inferiore a sette giorni e non superiore a 90 giorni". L'accertamento è affidato alla Guardia di Finanza e l'irrogazione delle sanzioni al Prefetto.
IN AUTOSTRADA - Nel decreto non compare alcun riferimento a potenziali tetti ai listini in autostrada. L'ipotesi era circolata nei primi giorni della settimana ma aveva sollevato dubbi di costituzionalità e di tutela della concorrenza.
BONUS TRASPORTI - Torna il bonus di 60 euro per pagare l'abbonamento per il trasporto pubblico locale e ferroviario, ma sarà destinato alle persone con redditi inferiori a 20mila euro (non più 35.000 euro come nella versione precedente della misura). Il buono reca il nominativo del beneficiario, è utilizzabile per l'acquisto di un solo abbonamento, non è cedibile, non costituisce reddito imponibile e non rileva al fine del computo del valore dell'indicatore Isee.
L'ACCISA MOBILE - Il decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti aggiorna il meccanismo della cosiddetta 'accisa mobile' introdotta con la Finanziaria del 2008 per ridurre gli aumenti eccessivi. Il taglio delle accise, si legge nel testo bollinato del dl, "può essere adottato se il prezzo aumenta, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nell'ultimo Def". Il decreto tiene anche conto "dell'eventuale diminuzione" nella media del quadrimestre precedente.
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