Il ministero della Giustizia, lo scorso 6 febbraio, ha inviato al comitato nazionale di bioetica - con una nota a firma del capo di Gabinetto - un quesito relativo alle disposizioni anticipate di trattamento, qualora arrivino da un detenuto che in modo volontario abbia deciso di porsi in una condizione di rischio per la salute e che indichi il rifiuto o la rinuncia ad interventi sanitari anche salvavita. Lo si apprende da fonti di via Arenula.
"Permane immutata la capacità del detenuto di orientare le iniziative di lotta della galassia anarco insurrezionalista verso strategie e obiettivi sempre più rilevanti". E' quanto scrive il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel provvedimento con cui ha rigettato la richiesta di revoca del carcere duro per Alfredo Cospito, presentato dal difensore, Flavio Rossi Albertini. "Alfredo Cospito ha iniziato lo sciopero della fame, forma di protesta tradizionalmente non violenta che invece, nel caso di specie ha assunto un significato assolutamente opposto. La dimostrazione la si trae da una frase pronunciata da Cospito: 'il corpo è la mia arma'. Il corpo di Alfredo Cospito è divenuto il catalizzatore che serviva all'azione strategica del detenuto che chiedeva unità di intenti e obiettivi pur lasciando a ciascuna formazione la libertà e l'autodeterminazione in relazione alla tipologia di atti da compiere". Lo scrive il ministro Carlo Nordio nel provvedimento di rigetto alla revoca del 41 bis.
Già lo scorso 3 febbraio era emerso che il 55enne aveva deciso di non sottoporsi alla visita psichiatrica. E nelle scorse ore è arrivato da parte sua un altro rifiuto. Lo stato di digiuno di un detenuto, infatti, in ipotesi si può interrompere, su decisione dei giudici, attraverso l'alimentazione forzata, quando la persona è incosciente o quando è stato accertato che quel comportamento deriva da una patologia psichica. Cospito, tra l'altro, ha già depositato al Dap una dichiarazione con la quale chiede di non essere sottoposto all'alimentazione forzata nel caso in cui si trovasse in stato di incoscienza.
"Si è in presenza non già di una persona affetta da una patologia cronica invalidante ma di un soggetto sano e lucido che si sta volontariamente procurando uno stato di salute precario per finalità ideologiche, perseverando nella sua condotta nonostante i reiterati inviti da parte dell'autorità sanitaria a desistere dal mantenere tale condotta autolesionistica"precisa il Guardasigilli.
"Vi ringrazio me l'aspettavo". Con queste parole Alfredo Cospito ha commentato con il suo avvocato il no del ministro Nordio all'istanza di revoca del 41-bis. "Lo do quasi per scontato" che muoia. Così l'avvocato di Alfredo Cospito, Flavio Rossi Albertini, parlando delle condizioni del suo assistito in sciopero della fame da oltre 110 giorni contro il regime di 41-bis al quale è detenuto. "Ma è possibile che nel 2023 un anarchico possa morire in carcere?", si domanda l'avvocato.
"Sospenderà lo sciopero della fame solo quando sarà revocato il 41-bis" e non se si avvierà semplicemente un dibattito parlamentare sul regime di carcere duro. Così Flavio Rossi Albertini, parlando delle condizioni del suo assistito in sciopero della fame da oltre 110 giorni. "Non è uno sciopero della fame per finta - aggiunge -, non è una simulazione".