Politica

Delmastro indagato dalla procura di Roma

Il sottosegretario potrebbe essere ascoltato venerdì sul caso Cospito

Andrea Delmastro

Redazione Ansa

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio lo ha 'assolto'. Ma la procura di Roma vuole vederci chiaro ed ha iscritto nel registro degli indagati il sottosegretario Andrea Delmastro. Già venerdì l'esponente di Fratelli d'Italia sarà sentito dai pm. Rivelazione e utilizzazione del segreto di ufficio le ipotesi di reato dopo l'intervento in Aula alla Camera del vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli che riferì il contenuto di conversazioni avvenute nell'ora d'aria nel carcere di Sassari tra l'anarchico Alfredo Cospito e detenuti di camorra e 'ndrangheta, anche loro al 41 bis. Informazioni che Donzelli aveva avuto dal compagno di partito e coinquilino Delmastro, che ha la delega al Dap.

Si scatenano le opposizioni che chiedono le dimissioni del sottosegretario. Fa da scudo il sottosegretario - e magistrato - Alfredo Mantovano: "L'iscrizione nel registro degli indagati non è una condanna e non c'è nulla di diverso rispetto a quanto già detto dal presidente del Consiglio". Giorgia Meloni lo scorso 4 febbraio, in una lettera al Corriere della sera, aveva affermato che non c'erano "in alcun modo" i presupposti per le dimissioni. Era stato il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli a presentare - lo scorso 2 febbraio - un esposto alla procura capitolina per verificare "se siano stati commessi reati, a partire dall'articolo 326 del Codice penale", quello relativo alla rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, visto che quelle informazioni "hanno carattere riservato" e "non sono nella disponibilità dei parlamentari". Quanto riferito da Delmastro a Donzelli faceva parte di un'informativa del Dap predisposta sulla base dell'osservazione in carcere dei detenuti e che lo stesso sottosegretario aveva chiesto di visionare. I colloqui indicavano l'auspicio che quella contro il carcere duro diventasse una battaglia comune tra boss mafiosi e anarchico.

La documentazione è stata messa a disposizione degli inquirenti dal capo del Dap, Giovanni Russo e dai vertici del Gruppo operativo mobile (Gom) della polizia penitenziaria, che sono stati sentiti nei giorni scorsi a piazzale Clodio come persone informate sui fatti. Agli atti dell'inchiesta anche documenti tecnico-conoscitivi del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria richiesti dai pm per inquadrare le procedure e i meccanismi con i quali si svolge il monitoraggio dei detenuti al 41 bis. Toccherà ora a Delmastro, assistito dal proprio legale, dare la propria versione. L'invito a comparire della procura di Roma sarebbe arrivato mercoledì al ministero della Giustizia, dove però il sottosegretario non era presente. Il ministro Nordio, da parte sua, aveva svolto una verifica interna per ricostruire i fatti. Nelle conclusioni aveva spiegato che i passaggi citati da Donzelli facevano parte di "una scheda di sintesi del Nic (Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, ndr) non coperta da segreto. Non risultano apposizioni formali di segretezza e neppure ulteriori diverse classificazioni sulla scheda". E "l'apposizione della dicitura 'limitata divulgazione', presente sulla nota di trasmissione della scheda, rappresenta una formulazione che esula dalla materia del segreto di Stato e dalle classifiche di segretezza ed esclude che la trasmissione sia assimilabile ad un atto classificato, trattandosi di una mera prassi amministrativa interna in uso al Dap a partire dal 2019, non disciplinata a livello di normazione primaria". Si vedrà ora se la procura riscontrerà irregolarità sulla divulgazione delle carte. Bonelli aveva chiesto al ministero della Giustizia gli stessi atti resi noti da Donzelli. Ma via Arenula, spiega il deputato, parlando di boomerang, "mi ha comunicato che non erano divulgabili non per segreto di Stato o segreto investigativo, come il ministro ha incredibilmente dichiarato in Parlamento, bensì per violazione del segreto di ufficio. E' la prova che quegli atti erano riservati per stessa ammissione del ministero della Giustizia".

Dunque, aggiunge, sia Delmastro che Donzelli devono dimettersi "rispettivamente da sottosegretario e vicepresidente Copasir per evidente inadeguatezza e inaffidabilità". Richiesta analoga arriva dai parlamentari M5s delle commissioni Giustizia di Camera e Senato. "A prescindere dall'esito che avrà l'iter giudiziario - attaccano - è evidente che Delmastro e Donzelli hanno rivelato contenuti che dovevano rimanere segreti. Il loro comportamento è grave e denota totale inadeguatezza ai ruoli ricoperti". Dimissioni "doverose" anche per le capogruppo Pd, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani: "non per l'indagine della procura, ma per le sue gravi responsabilità politiche e istituzionali, per la superficialità e spregiudicatezza con cui ha diffuso informazioni delicate e riservate per colpire l'opposizione". Si schierano a difesa del loro compagno di partito i capigruppo di Fratelli d'Italia Tommaso Foti e Lucio Malan. "I documenti che Delmastro avrebbe riportato - osservano - secondo il ministero della Giustizia non sarebbero secretati, mentre sicuramente è coperta dal segreto l'indagine a suo carico, che invece sta sui giornali". Il capo politico di Noi Moderati Maurizio Lupi definisce "surreale" l'indagine: "non c'è alcun motivo per cui debba dimettersi".

Leggi l'articolo completo su ANSA.it