Politica

'Ricordare il golpe in Cile pensando al domani'

Il coordinatore degli eventi:'Grazie all'Italia che fu solidale'

Redazione Ansa

SANTIAGO DEL CILE - Non solo memoria, ma anche democrazia e futuro. Questi i tre concetti principali al centro del programma di commemorazioni al via in Cile per ricordare i 50 anni dal tragico golpe di Pinochet, l'11 settembre del 1973. Un anniversario che - spiega in un'intervista all'ANSA il coordinatore della presidenza Boric, Patricio Fernandez - cade in "un contesto di grandi trasformazioni", con il Paese immerso nello sforzo di lasciarsi dietro l'ultima eredità di quella dittatura (la Costituzione di Pinochet) cercando allo stesso tempo di capire che tipo di democrazia vuole darsi.
    "La democrazia sta vivendo un momento di difficoltà in tutto il mondo e il Cile è un Paese che sa cosa significa perderla.
    Questo anniversario rappresenta una buona opportunità per discutere tra di noi, ma anche per invitare la comunità internazionale a pensare e impegnarsi per la democrazia", afferma Fernandez. Al coordinatore della presidenza per le commemorazioni dell'anniversario non sfugge inoltre un dato essenziale: "Il golpe è stato un momento che ha marcato un'epoca ma oggi più del 70% dei cileni sono nati dopo il '71", ha affermato. "Si tratta di persone che non hanno partecipato a quello scontro di ideologie ma che lo hanno ereditato".
    Fernandez - che è giornalista e scrittore, ed ha fatto parte dell'Assemblea Costituente eletta dopo le proteste sociali - ricorda che "in Cile esiste un debito ancora pendente di verità, giustizia, e riparazioni per le vittime dei diritti umani, su cui il governo intende proseguire e accelerare". "Tutti sanno che in Cile si torturò e si uccise, ma la domanda ora è che cosa facciamo con quello che ci è successo? Come possiamo utilizzarlo per costruire un futuro migliore, come aiutare affinché questo sia un momento di incontro, un'opportunità per discutere del valore della democrazia e l'importanza di prendersene cura", ha aggiunto.
    Fernandez ha definito quella del giovane presidente Boric come "una generazione che è passata dall'università al governo", una caratteristica che la rende adeguata a guidare il Paese nell'attuale contesto di trasformazioni. "C'è un mondo nuovo che stiamo vedendo nascere, e il fatto che ci sia un governo giovane conferisce all'attuale processo maggiore agilità e freschezza", ha sottolineato. Nelle commemorazioni dei cinquant'anni del golpe, spiega inoltre Fernandez, ci sarà spazio anche per ricordare i gesti concreti della comunità internazionale in solidarietà con i perseguitati della dittatura di Pinochet e con gli oltre 200 mila cileni esiliati all'estero negli anni tra il 1973 e il 1990. Se i morti e i desaparecidos non sono stati più dei 3.227 riconosciuti ufficialmente si deve anche a questi gesti, ha affermato. "Sarà anche un momento per ringraziare la solidarietà internazionale che permise di salvare moltissime vite. L'Italia, insieme al Messico, alla Francia, alla Svezia, e all'Argentina, è uno dei Paesi che ha maggiormente dimostrato la sua solidarietà con il Cile durante l'epoca della dittatura e a cui dobbiamo un ringraziamento speciale", ha affermato Fernandez, ricordando che dopo il golpe "a Roma c'è stata una manifestazione di circa un milione di persone".
    "In un momento in cui nel mondo sono in auge i nazionalismi e le persecuzioni contro i migranti, potrebbe essere un buon momento per ricordare i valori che predominavano in quell'epoca e che hanno salvato la vita di molti cileni", ha auspicato Fernandez. 
   

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