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L'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede critica i testi della Via Crucis: "Sono i russi ad uccidere"

Un giovane ucraino e un giovane russo potrebbero pregare insieme stasera alla decima stazione

Redazione Ansa

L'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, critica i testi della Via Crucis al Colosseo, alla quale il Papa parteciperà da Santa Marta. Parlando del ragazzo russo, che nelle meditazioni di questa sera dirà di aver perso il fratello nella guerra e di non sapere più niente del papà e del nonno chiamati al fronte, Yurash commenta: "Dimentica di dire che i suoi parenti sono andati in Ucraina per uccidere non solo il padre del ragazzo ucraino ma tutta la sua famiglia, e non viceversa". Yurash aggiunge di avere appreso della stazione della Via Crucis, condivisa da un ragazzo ucraino e uno russo, dai media.

Un giovane ucraino e un giovane russo potrebbero pregare insieme stasera alla decima stazione ("Gesù è spogliato delle vesti"). "Voci di pace dai giovani dell'Ucraina e della Russia" è il titolo della meditazione in cui i due ragazzi dovrebbero raccontare la loro esperienza. "Gesù, per favore, fa che ci sia la pace in tutto il mondo e che tutti possiamo essere fratelli", diranno i giovani. La prima testimonianza, sempre secondo quanto trapela, arriverà dalla Terra Santa. "

Voci di pace in un mondo di guerra", il titolo scelto dal Papa per la Via Crucis. Lo schema, secondo anticipazioni che trapelano, dovrebbe vedere al centro delle meditazioni anche la voce dei migranti che arrivano in Europa dall'Africa, l'appello di giovani dell'America Latina contro il narcotraffico e la corruzione che imperversa nei loro Paesi.

    E ancora: sarebbe prevista la testimonianza di un religioso della penisola balcanica e di una suora dell'Africa centrale i quali evocheranno in particolare le sofferenze dei cristiani perseguitati.

    Bisognerà verificare se il Papa confermerà stasera le bozze di testo predisposte, per la prima volta non pubblicate in anticipo dal Vaticano.
    Lo scorso anno, dopo le polemiche per la presenza in una stazione di due amiche, una ucraina e una russa, Papa Francesco decise che la meditazione non fosse letta. Questo non bastò ad evitare l'incidente diplomatico con Kiev.

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