Parola d'ordine è "stringere" le norme ora in vigore sull'immigrazione - in particolare sulla protezione speciale che agisce sui richiedenti asilo e sui rimpatri degli irregolari - perché siano un vero deterrente contro gli arrivi di migranti in Italia. Su questo sta lavorando il governo dopo aver annunciato che presenterà propri emendamenti al decreto varato dopo il naufragio di Cutro e all'esame del Senato.
A primo acchito gli emendamenti del governo sembrerebbero fare a pugni con quelli già proposti dalla Lega (21 in tutto e che l'ex Carroccio non intende ritirare). In realtà il grosso delle modifiche targate Lega non verranno toccate - assicurano più fonti - ma saranno limate dal punto di vista tecnico-formale e messe in ordine. Ad esempio resteranno le limitazioni per ottenere la protezione speciale ma probabilmente, in alcuni casi, saranno più rigide rispetto a oggi. Potrebbe saltare, invece, la proposta della Lega di creare una struttura di missione, chiamata proprio 'Struttura' e attiva al ministero dell'Interno "con compiti consultivi e di indirizzo" per l'integrazione dei migranti. Il rischio - si ragiona in ambienti di maggioranza - è che sia ridondante rispetto a quel che esiste già e funziona. Così come potrebbe non essere necessario un ritocco sul prolungamento dei tempi di detenzione all'interno dei Cpr. Lo chiede la Lega, passando dagli attuali 90 giorni prorogabili per altri 30, a 180 giorni prorogabili di 30.
Decreto migranti, il governo rafforza la stretta
Emendamenti attesi al Senato, più limiti a protezione speciale