Polemiche per le parole di Ignazio La Russa che, in un colloquio con Repubblica, ha detto che "nella Costituzione non c'è alcun riferimento all'antifascismo. Credo che ciò accadde sotto la spinta dei partiti moderati che non volevano fare questo regalo al Pci e all'Urss". Il presidente del Senato "ha detto che l'antifascismo non è in Costituzione, noi diciamo che l'antifascismo è la nostra Costituzione", ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein.
Schlein 'La Russa? L'antifascismo e' la Costituzione'
"Ho letto l'articolo di Repubblica con richiamo in prima pagina dal titolo "L'antifascismo non è nella Costituzione. Il mio 25 aprile? Metterò d'accordo tutti". Ringrazio il giornalista che ha lecitamente trasformato in "colloquio" un veloce scambio di parole avvenuto ieri alla buvette del Senato e ripreso in maniera corretta e testuale dall'agenzia di stampa ANSA - ha poi spiegato il presidente del Senato Ignazio La Russa in una nota -. Mi preme però sottolineare che, come riportato anche dalla stessa agenzia, il mio riferimento non era "all'antifascismo" ma all'assenza in Costituzione della "parola antifascismo", essendo i valori della Resistenza, a cui mi sono esplicitamente richiamato, espressi in positivo nella prima parte della Costituzione. Con tale dovuta e necessaria correzione, ritengo venga meno qualsiasi interpretazione contraria al mio pensiero. Il 25 aprile ho modificato gli impegni internazionali assunti da tempo e sarò all'Altare della Patria a fianco del presidente della Repubblica".
E nell'agenda del presidente di palazzo Madama, si legge che La Russa il 25 aprile si recherà al campo di concentramento di Theresienstadt (Praga). La mattina si recherà all' Altare della Patria poi partirà alla volta di Praga per partecipare alla riunione dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi Membri dell'Unione europea (Praga) e poi alle 15 sarà alla commemorazione, con la deposizione di una corona al Monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao.
"La Repubblica è nata da una Liberazione che è frutto non solo di una Resistenza che combatteva accanto alle forze Alleate contro il nemico occupante, ma anche per il rifiuto del fascismo, della sua ideologia e contro i venti anni di dittatura fascista". Così Giovanni Maria Flick, già presidente della Corte costituzionale. "La Costituzione - nella quale vedo una connessione stretta tra ciò che rappresentano le date del 25 aprile, dell'1 maggio e del 2 giugno - è stata firmata da un Capo provvisorio dello Stato liberale, De Nicola, da un Presidente del Consiglio democristiano, De Gasperi, e dal Presidente dell'Assemblea costituente, ebreo e comunista, Terracini: è frutto di un'Assemblea costituente nella quale erano presenti una componente liberale, azionista e repubblicana, una democristiana e una socialcomunista. Discutere oggi se la Costituzione avesse o non avesse connotazioni esplicite di antifascismo è più un tema da filosofi o da linguisti; non mi sembra un tema adatto e importante in questo momento nel nostro Paese che ha bisogno di coesione di tutti per andare avanti", ha aggiunto Flick.
Sempre nel colloquio con Repubblica, ha affermato di "condividere appieno i valori della Resistenza, vista come superamento di una dittatura. Il problema è che di quei valori si sono appropriati il Pci e poi la sinistra. Questo è un fatto storico. E a questo mi sono sempre opposto". Alla domanda se è ancora possibile fare oggi una distinzione tra storia comune e lettura di parte, La Russa risponde: "Nel leggere alcune posizioni dell'Anpi mi sembra di poter dire di sì. Guardi che pure la Destra, nella sua storia, ha candidato i partigiani. Quante inutili polemiche sulle mie frasi - prosegue - C'è stata una bufera quando ho ricordato la la nascita del Msi. Ai funerali di Almirante c'era pure il presidente della Repubblica". Rispetto alle sue frasi su via Rasella: "Il fatto che io abbia sposato la svolta di Fiuggi parla di me. Che devo fare? Poi Fini è andato oltre, ma io credo comunque che quando ha definito il fascismo male assoluto parlasse delle leggi razziali. Qualsiasi cosa si dica o si faccia viene strumentalizzata - afferma ancora - E finiamo costretti sempre a inseguire la polemica. Allora rinuncio pure a fare commenti, come è accaduto in Israele. Se togliamo la fiamma dal simbolo di FdI, ci rinfacceranno il riferimento alla Nazione e poi ne troveranno altre. È una gara a cui non sento di partecipare". Su Lollobrigida e la 'sostituzione etnica': "Ma pensa davvero che sia un suprematista bianco? Lui stesso ha detto che non sapeva quello che diceva, o meglio non conosceva la teoria complottista di Kalergi"