La Lega resta padrona a Treviso. Il partito di Salvini si conferma inattaccabile nella roccaforte della Marca - dove è in sella da un ventennio - e riconquista con Mario Conte la poltrona del sindaco al primo turno.
Troppo lontano, mentre si va completando lo scrutinio, il distacco accumulato dal centrosinistra con Giorgio De Nardi, che sin dalle prima schede è apparso in caduta libera. Quando si è ad un terzo dei voti scrutinati, nella tornata amministrativa meno partecipata (solo il 52,14% in città) Mario Conte è avanti con il 66% dei consensi; De Nardi insegue al 27%. Gli altri candidati, espressione del Terzo Polo e 5 Stelle, viaggiano fra il 3,95% di Niccolò Maria Rocco (Azione-Italia Viva-Calenda Futura), e il 2,45% di Maurizio Mestriner (Movimento 5 Stelle - Unione Popolare).
Conte non ha avuto bisogno di effetti speciali per riproporsi come l'uomo da battere. A Treviso interpreta quella che è la linea della Lega "di Zaia", pragmatica, amministrativa e non troppo politica.
Giorgio De Nardi, imprenditore del settore digitale, non è riuscito invece a catalizzare attorno al suo progetto progressista il M5S e neppure il Terzo Polo. Azione. Il cui apporto, dato il risultato che si va affermando, sarebbe stato comunque insufficiente.
La lettura su Treviso diventa più interessante se iscritta nel perimetro del centrodestra, per gli equilibri in vista delle regionali del 2025, quando Fratelli d'Italia potrebbe lanciare la sfida alla stessa Lega per lo scranno di Palazzo Balbi.
Una dinamica già avviata in Veneto alle elezioni politiche del 25 settembre, quando il partito di Giorgia Meloni doppiò addirittura quello di Salvini, 32,7%. contro il 14,,7%. E' proprio Mario Conte, davanti ai giornalisti, a fornire i numeri parziali: "Sembra che la Lega sia 17-18% e Fratelli d'Italia all'11-12% - dice - Ma mancano ancora molte sezioni, attendiamo fiduciosi". Per la Lega rimane invece un 'brutto sogno' lo scarso risultato raccolto a Treviso nelle politiche del 25 settembre scorso: "Noi abbiamo subito un voto di protesta in occasione delle politiche - sentenzia Conte - ma sapevamo che i nostri elettori sarebbero tornati a fronte di un progetto credibile come quello che abbiamo messo in campo". (ANSA).