"Sono indignato e disgustato da tali azioni. Qualsiasi libro considerato sacro dalla sua gente va rispettato per rispetto di chi ci crede. La libertà di espressione non dovrebbe mai essere usata come scusa per offendere gli altri". Lo ha detto il Papa, riferendosi al rogo del Corano in Svezia, in una intervista al direttore del giornale emiratino Al Ittihad, Hamad Al Kaabi, che verrà pubblicata domani e della quale è stata diffusa una anticipazione.
Oroscopi e cartomanti non possono essere un punto di riferimento per i cristiani. Lo ha ribadito oggi Papa Francesco, mettendo in guardia dalle superstizioni. All'Angelus, partendo dal Vangelo di oggi che parlava di un profeta, Papa Francesco ha detto: "C'è chi lo immagina come una sorta di mago che predice il futuro" ma "questa è un'idea superstiziosa". "Il cristiano non crede alle superstizioni, come la magia, le carte, gli oroscopi o cose simili", ha sottolineato il Pontefice. Poi, alzando lo sguardo dal foglio, ha commentato a braccio: "Tra parentesi: tanti, tanti cristiani vanno a farsi leggere le mani: per favore...". Non è la prima volta che il Papa tuona contro coloro che affermano di predire il futuro dando così illusorie soluzioni alle vite degli altri. Qualche anno fa, sempre nel corso di un Angelus, disse: "Quando non ci si aggrappa alla parola del Signore, ma per avere più sicurezza si consultano oroscopi e cartomanti, si comincia ad andare a fondo". E se un cristiano si lascia influenzare da questo tipo di cose "vuol dire che la fede non è tanto forte", aveva ammonito. Nel viaggio in Africa all'inizio di quest'anno, toccò il delicato tema della stregoneria.
Parlando ai giovani di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, li mise in guardia non solo dalla droga ma anche dalla "dipendenza dall'occultismo e dalla stregoneria, che rinchiudono nei morsi della paura, della vendetta e della rabbia. Per favore, non lasciatevi affascinare da falsi paradisi egoisti, costruiti sull'apparenza, su guadagni facili o su religiosità distorte", diceva il Pontefice nell'incontro allo Stadio dei Martiri nella capitale congolese. Il cristiano invece può essere davvero "un profeta" perché - ha spiegato oggi all'Angelus al quale erano presenti circa 15mila fedeli - "in forza del Battesimo, aiuta gli altri a leggere il presente sotto l'azione dello Spirito Santo. Questo è molto importante: leggere il presente non come una cronaca, ma sotto l'azione dello Spirito Santo, che aiuta a comprendere i progetti di Dio e corrispondervi. In altre parole, il profeta è colui che indica agli altri Gesù, che lo testimonia, che aiuta a vivere l'oggi e a costruire il domani secondo i suoi disegni. Quindi - ha concluso Papa Francesco - tutti siamo profeti".
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