Politica

Zuppi: "Razzismi e intolleranze non sono mai innocui e inerti"

"Sappiamo quanto avvelenano e armano menti, cuori e mani"

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e Arcivescovo di Bologna, al a Meeting di Cl a Rimin

Redazione Ansa

"Quanto c'è bisogno di un mondo che diventa amico, e anche in cui ognuno può essere amico, costruendo comunione per l'intera famiglia umana!". Lo ha detto il cardinale di Bologna e presidente della Cei Matteo Maria Zuppi nella messa celebrata a Rimini in apertura del 44/o Meeting di CL per l'amicizia fra i popoli.
    "Certo - ha proseguito nella sua omelia -, il sogno di un'amicizia di tutti i popoli, e lo sappiamo, si scontra con la tentazione di restare ripiegati su se stessi, o peggio di cercare sicurezza alzando nuove frontiere, con antagonismi e polarizzazioni che perdono l'insieme: è sempre pericoloso, perché vuol dire anche non capire e non aiutare a trovare le soluzioni".
    "Con dei pregiudizi, che dànno sicurezza però - ha sottolineato Zuppi -, resistenti e amplificati dal digitale, con razzismi e intolleranze mai innocui e inerti, perché sappiamo quanto avvelenano e armano menti, cuori e mani. E non si può dire che non lo sapevamo". "L'aria è inquinata da tante epidemie d'inimicizia, come vi ha scritto con tanta intelligenza papa Francesco, l'epidemia d'inimicizia - ha osservato -. Poi quando uno è un po' intossicato non se ne rende più conto, peggio, perché vuol dire che non ci sono più i sensori. E' come quando l'aria diventa tutta elettrica: tu non te ne accorgi poi basta una scintilla perché scoppi tutto".
    "Il nostro impegno di cristiani, figli di un Dio amico degli uomini, è perché cresca il senso dell'appartenenza ad una famiglia, ma anche all'unica famiglia umana", ha aggiunto Zuppi.


  

 



   

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