Un documento di 54 pagine per fissare le disposizioni da far scattare nel caso di un'emergenza flussi e lanciare così la volata finale all'accordo sul nuovo imponente Patto Ue per la migrazione e l'asilo. Dopo giorni di complesse trattative, il compromesso perfezionato dalla presidenza di turno dell'Ue guidata da Madrid sull'ultimo pilastro della riforma ha trovato il consenso della maggioranza dei governi Ue. E prevede l'attivazione di "tutte le misure necessarie" a sostenere i Paesi membri che si trovino davanti a "una situazione di crisi" o di "forza maggiore". Superando anche lo scoglio sui salvataggi delle Ong, per giorni nodo della discordia tra Roma e Berlino. Ecco i punti salienti.
* ATTIVAZIONE DELLE CRISI E SOLIDARIETÀ. Il testo concordato dai Ventisette prevede che a innescare lo stato d'emergenza siano i governi nazionali, chiamati a esprimersi su richiesta di un Paese Ue o della Commissione europea. E, una volta aperta la crisi, la procedura contempla alcune deroghe all'abituale sistema di asilo e alle procedure di rimpatrio per andare incontro ai Paesi più esposti come l'Italia. Facendo scattare anche "un meccanismo di solidarietà obbligatorio", che contempla anche i ricollocamenti dei migranti, e "un'equa ripartizione delle responsabilità" tra i Ventisette. Per Berlino l'attivazione dello stato d'emergenza potrà tuttavia essere invocato "solo in casi molto fondati", ha evidenziato la ministra Annalena Baerbock.
* STRUMENTALIZZAZIONE E ONG. Nel regolamento sono incluse tutte le situazioni di crisi artificiali innescate da Paesi extra-Ue che utilizzano i migranti come arma per fare pressioni sui confini esterni dei Paesi membri, nel solco della guerra ibrida cavalcata dalla Bielorussia. I salvataggi delle Ong, esclusi dagli esempi di strumentalizzazione su richiesta di Berlino nella versione precedente del testo, sono stati declassati nella sezione dei 'considerando'. Una modifica che ha permesso di sbloccare lo stallo. Il passaggio è così formulato: "Le operazioni di aiuto umanitario non dovrebbero essere considerate come strumentalizzazione dei migranti quando non vi è l'obiettivo di destabilizzare l'Unione o uno Stato membro".
* DIRITTI UMANITARI, MINORI E FAMIGLIE. In caso di crisi alcuni standard di protezione dei richiedenti asilo vengono abbassati, consentendo ad esempio procedure più rapide e semplificate di screening delle domande e l'estensione della durata della detenzione dei migranti nei centri di accoglienza alle frontiere esterne, come nel caso delle strutture ricettive previste nel decreto migranti approvato da Roma. Le richieste dei bambini e delle loro famiglie dovranno tuttavia essere trattate "con priorità". Allo stesso modo, "i minori non dovrebbero essere detenuti ma collocati in alloggi speciali" o "comunità" e "non dovrebbero essere separati dai genitori o da chi si prende cura di loro". Ai governi nazionali è anche richiesto di non venire meno al rispetto dei diritti fondamentali a tutela dei migranti.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it