Una certezza e diverse incognite sulla legge elettorale collegata alla riforma costituzionale approvata dal Consiglio dei ministri. La certezza è che l'attuale sistema, il Rosatellum, dovrà essere cambiato perché non dà la sicurezza matematica che il Presidente del Consiglio eletto direttamente abbia la maggioranza parlamentare del 55%, prevista dal ddl del governo.
La futura legge elettorale dovrà avere una soglia minima superata la quale scatta il premio. Ma qui si apre il primo quesito: visto che il modello pensato dal governo, - sostengono alcuni costituzionalisti - prevede una elezione diretta del premier a cui è collegata una maggioranza, la soglia minima dovrebbe essere del 50%, come il sistema per eleggere il Sindaco, o come il sistema presidenziale francese. Senza la maggioranza assoluta si dovrebbe andare al ballottaggio.
Probabilmente nella maggioranza si ragiona invece su soglie più basse, come quella del 40% inserita nell'Italicum (legge bocciata dalla Corte costituzionale nel 2017 ma per altre questioni , e quindi mai utilizzato). Poiché il governo ha deciso di mantenere il bicameralismo c'è tuttavia la possibilità (evidenziata dalla sentenza della Corte del 2017) che per Senato e Camera si abbiano due risultati diversi, ad esempio che in una la soglia sia superata da una coalizione, e nell'altro solo sfiorata. In ogni caso il ballottaggio (sempre in base alla sentenza del 2017) dovrà essere aperto, vale a dire con possibilità di aggregazione tra il primo e secondo turno, per evitare un eccesso di disproporzionalità nell'assegnazione del premio. Un rompicapo che appassiona i matematici e l'algoritmo con cui "calare" a livello circoscrizionale il premio di maggioranza nazionale assegnato alla coalizione vincente e quindi ai diversi suoi partiti. L'algoritmo del Rosatellum, in 8 passaggi subordinati l'uno all'altro, ha scricchiolato con il taglio dei parlamentari, specie per il Senato, dove gli eletti sono solo 200.
Il secondo grande tema è il meccanismo di selezione dei parlamentari, vale a dire il meccanismo con cui gli elettori scelgono chi mandare al Montecitorio e Palazzo Madama. Un sistema classico, usato nei comuni per l'elezione diretta dei Sindaci, è avere delle liste proporzionali nelle 28 circoscrizioni elettorali, con le preferenze. Sistema poco amato dai leader perché non garantisce di far eleggere i propri fedelissimi. Un altro sistema può essere quello di assegnare l'85% dei seggi in collegi uninominali, e il restante 15% con il premio. Questo metodo può essere ulteriormente declinato attraverso collegi plurinominali (in cui si eleggono 3 o 4 parlamentari), quindi con listini bloccati. E' il sistema adottato dall'Italicum e dalla parte proporzionale del Rosatellum; è il sistema più apprezzato dai leader di partito che hanno maggiori certezze di portare i fedelissimi in Parlamento.
Rosatellum addio, rebus nuova legge elettorale
Nodo sulla soglia per avere il premio di maggioranza