Politica

Telefonata dei comici russi. 'Superficialità dell'ufficio diplomatico', e Talò lascia

Meloni: 'Telefonata fake propaganda russa, qualcosa non mi tornava'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 03 NOV - Si era subito preso la responsabilità, nel comunicato di mercoledì diffuso da Palazzo Chigi. E 48 ore più tardi l'ambasciatore Francesco Talò si è dimesso da capo dell'ufficio diplomatico della presidente del Consiglio. È stata la stessa Giorgia Meloni ad annunciarlo, definendo i contorni della telefonata truffa orchestrata dai due comici russi Vovan e Lexus, in cui ha spiegato di essere incappata per la "leggerezza" nei controlli effettuati (o non effettuati). Sia quelli preliminari, sia dopo le perplessità da lei segnalate per i "dubbi" maturati nel finale del colloquio di 13 minuti con il sedicente presidente della commissione dell'Unione africana. Un episodio di "superficialità che ha esposto la nazione", lo ha definito la premier sottolineando soprattutto l'ombra della "propaganda del Cremlino". Lo scivolone potrebbe avere anche altri effetti all'interno della struttura diplomatica, in attesa della nomina del nuovo capo: fra i nomi che circolano quelli di Luca Ferrari, lo sherpa per G7 e G20, che però potrebbe avere ambizioni diverse, e Fabrizio Bucci, che guida l'ambasciata a Tirana.

Già ambasciatore presso la Nato, tessitore dei rapporti con Washington, Talò ha vissuto la sua ultima missione per Palazzo Chigi nella delegazione italiana a Londra per il summit sull'intelligenza artificiale. Non è chiaro se la decisione del passo indietro sia maturata durante il volo di ritorno o fosse già presa. Comunque ha creato anche una certa sorpresa ai piani del governo, dove in molti davano per scontato che avrebbe lasciato l'incarico a febbraio quando sarebbe scattato il pensionamento. Secondo altre fonti, è stata una mossa "inevitabile per chi ha il suo senso delle istituzioni". In base a varie ricostruzioni resta delicata anche la posizione di Lucia Pasqualini, responsabile del desk Africa.

Dopo la presentazione del premierato, in conferenza stampa Meloni ha risposto alla prima di una serie di domande sulla telefonata fake annunciando le dimissioni rese di primo mattino da Talò, e ringraziandolo: "È un gesto di grande responsabilità per una persona consapevole, da capo ufficio, che questa situazione è stata gestita con una leggerezza che ha esposto la nazione". Quel 18 settembre, a ridosso dell'assemblea generale dell'Onu, la premier ha vissuto la telefonata decine di altre nei mesi precedenti: "Se viene organizzata dall'ufficio diplomatico e passata dal centralino di Palazzo Chigi tendenzialmente la devo dare per buona". Per lei "l'errore più grave" è stato commesso nelle verifiche effettuate "non in maniera seria" una volta messa giù la cornetta. "Verso la fine della telefonata ho avuto un dubbio, particolarmente sul passaggio sul nazionalismo ucraino: è un tema che pone solo la propaganda russa", ha raccontato la presidente del Consiglio, spiegando di aver segnalato al suo ufficio diplomatico "che qualcosa non tornava perfettamente". Ma nessun "alert" le è poi arrivato, ha spiegato, "e questo non mi ha consentito di muovermi". Ossia di coinvolgere i servizi segreti.
Così l'imbarazzante sorpresa (su cui il M5s ha chiesto un'informativa urgente scrivendo ai presidenti delle Camere) è emersa solo 44 giorni dopo. L'audio "è stato rilanciato prima di tutti da canali organici alla propaganda del Cremlino: qualche domanda dovrebbe indurla, anche a chi sta facendo da megafono a questi comici", ha notato Meloni, chiarendo di non aver affermato "nulla di nuovo sulle sofferenze delle opinioni pubbliche per le conseguenze del conflitto in Ucraina". "Se siamo stati oggetto di questo tentativo di disinformazione - è sicura - è anche per le posizioni" sull'invasione russa: "Siamo stati una certezza, forse anche per questo telefonano a noi...".

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha respinto questo genere di accuse, ribattendo che la premier ha espresso "la sua posizione" e "i suoi pensieri". "Meloni - ha scritto sui social la portavoce della diplomazia russa - non può nemmeno immaginare quante chiamate simili riceviamo, ad esempio, dai cyberterroristi ucraini. Vovan e Lexus hanno parlato di argomenti politici con Meloni, mentre noi riceviamo telefonate da Ucraina, Germania, Italia, Canada e Stati Uniti in cui ci vengono fatte delle minacce". 

"La stanchezza per la guerra in Ucraina? Non ho detto nulla di nuovo, io sono consapevole che le opinioni pubbliche, anche la nostra, soffrono per le conseguenze del conflitto. E' un tema che ho segnalato a 360 gradi". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni rispondendo ad una domanda sulla telefonata con i comici russi. "Non sono un alieno per non capire che tra inflazione, prezzi delle materie prime...non ci siano conseguenze".

 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it