Politica

Mattarella: 'Fallimento della società'. Papa: 'Velenosa gramigna'

Schlein: 'Fermare la mattanza'. Meloni: 'Non siamo sole' 

Sergio Mattarella

Redazione Ansa

"Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa, alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo che dietro queste violenze c'è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini".

E' il presidente della Repubblica a dare voce allo sgomento dell'Italia dopo l'omicidio di Giulia Cecchetin. Nella giornata che ha visto scendere in piazza solo a Roma circa mezzo milione di persone Sergio Mattarella esprime il turbamento della coscienza che emerge e non cerca scorciatoie: non si tratta di di singoli casi, gesti di pochi folli ma del fallimento stesso di una società che ancora non riesce - o non vuole del tutto - abbandonare maschilismo, patriarcato, possesso dell'uomo sulla donna.

"Bisogna trovare, come indica la Costituzione, un percorso, una via in cui le donne conquistano l'eguaglianza perché libere di crescere, libere di sapere, libere di essere libere", aggiunge con una frase limpida che indica la strada: "libere di essere libere". Sembra semplice ma non lo è. 

 

E lo spiega bene Elly Schlein dalla manifestazione di Roma La segretaria del Pd non ha timore di usare le parole come clave: "l'indignazione e la rabbia non bastano. Vogliamo fermare questa mattanza. È il momento di dire basta e fare un salto in avanti perché non se ne può più". Piazza dopo piazza l'Italia che "non ne può più" oggi ha rappresentato con i numeri quanto in effetti questa società sia stanca di essere sconfitta e quanto ci sia da fare ancora per creare anticorpi contro un virus che da sempre infesta il Paese da nord a sud, democraticamente presente in tutti i suoi strati sociali.

Le immagini della straordinaria partecipazione del corteo di Roma sono bellissime ma non bastano. Ancora una volta è il presidente Mattarella a ricordare che una battaglia di questa portata non si può permettere tregue, va condotta giorno per giorno, ora per ora: "il numero di donne vittime di aggressioni e sopraffazioni è denuncia stessa dell'esistenza di un fenomeno non legato soltanto a situazioni anomale. Ad esso non possiamo limitarci a contrapporre indignazioni a intermittenza. Siamo lontani dal radicamento di quel profondo cambiamento culturale che la nostra Carta costituzionale indica", ricorda al Paese in un messaggio mattutino che ha aperto questo 25 novembre do lotta e di emozioni. ù

Se Elly Schlein e Giuseppe Conte marciano a braccetto nel chiedere un'educazione affettiva nelle scuole, dal governo Giorgia Meloni rilancia sui social il suo messaggio di ieri: "siamo libere e nessuno può toglierci quella libertà, nessuno può pensare che siamo nel loro possesso. Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, voglio dire alle donne italiane che non sono sole e che quando hanno paura, 1522 è il numero da chiamare, in qualsiasi momento, per avere aiuto immediato".

Meloni rilancia il messaggio sui social, 'siamo libere ma non sole'

"Siamo libere e nessuno può toglierci quella libertà, nessuno può pensare che siamo nel loro possesso. Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, voglio dire alle donne italiane che non sono sole e che quando hanno paura, 1522 è il numero da chiamare, in qualsiasi momento, per avere aiuto immediato". La premier Giorgia Meloni rilancia su X il messaggio che ieri sera ha rivolto alle donne nell'iniziativa che si è svolta davanti a Palazzo Chigi.

Sui social pubblicato anche il video della serata con la proiezione del numero 1522 sulla facciata di Palazzo Chigi. Meloni ha quindi ribadito: "Le leggi ci sono, le istituzioni ci sono, compatte, per prevenire e combattere l'abominio della violenza contro le donne, dello stalking, del femminicidio. Grazie ai ministri e agli sportivi che ieri ci hanno aiutato a ribadire questo concetto. Dall'inizio del nostro mandato abbiamo svolto un'importante azione che riguarda gli strumenti di prevenzione e sicurezza. E non ci fermeremo".

Il Papa: 'Violenza sulle donne è una velenosa gramigna' 

 "La violenza sulle donne è una velenosa gramigna che affligge la nostra società e che va eliminata dalle radici. Queste radici crescono nel terreno del pregiudizio e dell'ingiustizia; vanno contrastate con un'azione educativa che ponga al centro la persona con la sua dignità". A dispetto dello stato influenzale che ne ha fermato oggi l'attività, papa Francesco non ha rinunciato a far sentire la sua voce, tramite X, l'ex Twitter, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza quanto mai sentita quest'anno in Italia, visti i recenti e tragici fatti di cronaca, in cui anche il presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, non ha mancato di intervenire. "Amore e violenza non vanno d'accordo, l'amore è dono e mai possesso dell'altro. È mio solo se è suo! Indignarsi non basta, bisogna reagire alle tragedie come quella di Giulia e di tante altre donne la cui vita è stata spenta in modo brutale - ha affermato sui canali social della Conferenza episcopale italiana -. Non possiamo restare indifferenti e soprattutto non possiamo abituarci. È in gioco il futuro, ma anche il presente, della nostra società, il nostro vivere in una trama di relazioni".

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