Continua il duello a distanza in vista delle Europee. È di nuovo Matteo Salvini ad attaccare l'Europa e gli attuali equilibri a Bruxelles. E in particolare, la possibilità di includere i socialisti anche nella prossima maggioranza. Un modo per chiedere anche a Meloni e ai conservatori di non partecipare a questo schema. Il leghista attacca anche la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola rea di voler "riproporre l'inciucio con le sinistre, che ha portato l'Europa ai problemi di oggi" a differenza di "chi pensa ad un futuro di benessere fondato su lavoro, sicurezza e libertà, guidato dal centrodestra unito anche a Bruxelles". In serata gli risponde il leader di Forza Italia Antonio Tajani: "non faremo mai un'alleanza con Afd e con la signora Le Pen. Questo è noto e non ha nulla che vedere con l'Italia e con il governo. Nessun inciucio, ma dobbiamo dare stabilità all'Europa ed essere realisti". Il braccio di ferro interno alla maggioranza quindi persiste anche se le parti provano a non andare troppo in là nei toni.
Quello di Salvini è un affondo contro Metsola che mercoledì sarà ricevuta da Giorgia Meloni a Palazzo Chigi a conclusione di un tour che l'ha portata nelle regioni del Meridione:" Se il Sud Italia cresce, allora l'Italia prospererà e a sua volta anche tutta l'Europa", ha sottolineato la presidente nelle prime tappe della sua visita in Italia.
Un incontro, quello tra Metsola e Meloni, già previsto ma che segna ancora di più la distanza dai progetti europei del leader della Lega e dal gruppo di Identità e democrazia di cui il partito di Salvini fa parte a Bruxelles. E su questo punto Forza Italia non cede di un millimetro: "noi siamo europeisti, atlantisti e quindi - spiega Paolo Barelli - non condividiamo assolutamente un nostro futuro con chi non vuole l'Europa, con chi non vuole la moneta unica, con chi sostiene tesi e posizioni che sono antieuropeiste, come le valutazioni espresse a Firenze dai rappresentanti dei partiti anti-Europa". Non solo, il capogruppo Fi alla Camera chiama in causa direttamente l'alleato "Salvini? Gli piacerebbe che la sua visione del centrodestra europeo potesse funzionare, ma il Ppe non è d'accordo".
Gli affondi del leader della Lega mettono in fibrillazione la maggioranza e soprattutto evidenziano, se ancora non fosse chiaro, le distanze tra il centrodestra versione nazionale e gli stessi partiti sul fronte europeo. Un divario di vedute ed obiettivi che almeno sulla carta non impensierisce i diritti interessati. "A livello nazionale non abbiamo problemi, collaboriamo benissimo", dice il capogruppo di Fratelli d'Italia a palazzo Madama Lucio Malan che prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche. A rincarare la dose però ci pensa il ministro dell'Agricoltura: "Certamente con la Lega c'è grande sintonia sulla stragrande maggioranza dei temi e qualche differenza", mette in chiaro Francesco Lollobrigida che nell'elencare i distinguo con il partito di Salvini, pone dei paletti irrinunciabili per Fdi "tra questi - dice - il sostegno all'Ucraina e la difesa della libertà di Israele. E questo con alcune forze politiche impedisce ogni alleanza". L'esponente di Fdi però non ha dubbi: "Diciamo che dopo il 9 giugno contiamo che ci sia un nuovo quadro europeo e quindi non è utile commentare quello attuale". Da Bruxelles fonti FdI provano a gettare acqua sul fuoco: "Fratelli d'Italia non ha mai governato con la sinistra ne' in Italia ne' in Europa. Più i conservatori saranno forti più riusciremo a far cambiare rotta all'Europa".
La premier certamente ribadirà la difesa di Israele e dell'Ucraina nell'incontro di mercoledì con la presidente del Parlamento europeo: concetti che saranno uno dei fil rouge della festa organizzata dal partito per la prossima settimana. Quest'anno infatti Atreju, il tradizionale appuntamento di Fratelli d'Italia, si tiene a dicembre e sarà l'occasione per Giorgia Meloni (che chiuderà i lavori domenica) di fare un bilancio del primo anno di governo e preparare la campagna elettorale per le europee. Attesi infatti diversi ospiti stranieri che segneranno il progetto di Ecr, la famiglia europea di Fdi, sulle alleanze post elettorali a Bruexelles.
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