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Primo ok alla manovra, si studia soluzione sul Superbonus

Pressing di FI ma Mef resta cauto. Botta e risposta fra Renzi e Gasparri. Cartelli M5s con la scritta 'Querelaci tutti'. La Russa: 'Caduta di tono'

Redazione Ansa

Primo via libera, con la fiducia del Senato, alla legge di bilancio 2024. Arriva, così, con 109 sì, 72 no e 2 astenuti, l'ok di Palazzo Madama alla seconda manovra del governo Meloni. Misure per 28 miliardi con i tre capisaldi da subito dichiarati dal governo del taglio del cuneo, avvio della riforma dell'Irpef e sostegno delle famiglie. "Viviamo in tempi complicati - commenta a caldo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti - quindi abbiamo deciso di aiutare le famiglie italiane più bisognose". "C'è ancora la Camera la prossima settimana - osserva - e poi avremo la nostra legge di bilancio come l'ha voluta e concepita il governo".

La data segnata inizialmente sul calendario per l'approvazione finale era il 14 dicembre. Ma il primo ok alla manovra arriva, come da tradizione, a ridosso di Natale. In una seduta che - nonostante il clima pre-festivo - vede andare in scena un duro battibecco tra il leader Iv, Matteo Renzi e il capogruppo di FI Maurizio Gasparri, con tanto di sfiorata Var.

La miccia si accende con le accuse del senatore di Rignano a Forza Italia: con l'astensione sul Mes "avete tradito l'eredità di Berlusconi". Mugugni dai banchi di FI con un 'vaffa' che sfugge all'ex ministro che non ci sta - come dirà poi - alle "lezioni di berlusconismo postumo". Renzi stigmatizza e il suo capogruppo, Enrico Borghi, solleva il caso con la presidenza. La Russa si dice disponibile alla visione al rallenty ma poi Gasparri si scusa e il caso rientra "in puro clima natalizio", commenta La Russa. Nel frattempo, però, anche dai banchi di M5s è arrivata una protesta: i senatori alzano cartelli con la scritta 'Gasparri querelaci tutti' con riferimento alle inchieste giornalistiche sul capogruppo di FI. La presidenza condanna. Cartelli e liti in Aula, dunque. Anche qui un po' come da copione. E come ogni manovra che si rispetti c'è anche qualcosa che rimane appeso, nel limbo delle misure il cui destino si decide col decreto Milleproroghe. Vedi alla voce Superbonus. Del resto Forza Italia continua a insistere: "chiediamo - dice Gasparri - una transizione per chi sta a metà del guardo". E il titolare del Tesoro sembra non chiudere ancora una volta la porta. "Non è che noi viviamo su Marte - dice Giorgetti - ma abbiamo anche i numeri. Abbiamo un problema di tenuta dei conti pubblici da cui poi facciamo dipendere le decisioni". Su questo fronte tutto si giocherà nel Consiglio dei ministri in calendario il 28 dicembre. E non è escluso che possa esserci un provvedimento ad hoc che potrebbe contenere, secondo le ultime indiscrezioni, anche una stretta su altre forme di agevolazioni legate alla casa sulle quali in molti potrebbero convergere a fronte del decalage del 110% al 70%.

L'altra questione che - per l'anno prossimo - resta decisamente aperta è quella delle pensioni, un tema che, a partire dalla stretta su quelle dei medici, ha accompagnato tutto il dibattito sulla manovra. Non a caso è il punto dolente sollevato dal capogruppo leghista in Senato Massimiliano Romeo durante il suo intervento. Diversi poi i malumori, anche nella stessa maggioranza, per la scelta di blindare l'approvazione del bilancio con la formula degli 'zero emendamenti'. "Chiudiamo qui questo esperimento", dice il leghista Claudio Borghi.

All'attacco della blindatura del testo le opposizioni che criticano anche nel merito una manovra "scritta sull'acqua", nella quale "tornano le clausole di salvaguardia" per dirla con il capogruppo Dem Francesco Boccia. "Siete il governo dello zero virgola", accusa il capogruppo M5s Stefano Patuanelli e questa è una manovra che "dimentica i giovani", accusa il senatore di Avs Tino Magni e "irrilevante per la crescita", dice Azione con Mariastella Gelmini. Il testo ora approda alla Camera per un via libera blindato. Domani si terrà la prima seduta della commissione Bilancio con la possibilità per i deputati di collegarsi anche da remoto. Dopo la pausa natalizia l'approdo in Aula a Montecitorio per una approvazione rapida ma senza fiducia che - in base agli accordi tra capigruppo - arriverà nella giornata del 29 dicembre. 

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