"Problematica", l'hanno definita; probabilmente con un eufemismo. La relazione sullo stato della Giustizia illustrata pochi giorni fa alle Camere dal ministro Carlo Nordio è stata in realtà duramente attaccata nel documento diffuso dal Comitato direttivo centrale dell'Anm, riunitosi nel fine settimana.
Intanto, arriva martedì in Aula al Senato l'emendamento proposto da Enrico Costa (Azione) sul divieto di pubblicazione integrale o per estratto dei testi delle ordinanze di custodia cautelare. Sempre a Palazzo Madama è attesa poi la riforma della prescrizione, dopo il via libera della Camera. Altri due provvedimenti controversi sulla giustizia.
Nella giornata iniziale del Comitato, il presidente dell'Anm, aveva lamentato: "Nordio vuole una giustizia rapida ed efficiente ma non ci ascolta". Nel documento finale di oggi c'è l'attacco: la relazione del ministro, invece di indicare "strumenti che possano essere di ausilio al quotidiano impegno dei magistrati, e dei loro collaboratori, nel rendere il migliore servizio a tutela dei diritti dei cittadini", manifesta il timore "per il preteso eccessivo potere degli uffici di procura e per i pretesi abusi delle intercettazioni o di altri strumenti di ricerca della prova, essenziali nel contrasto delle forme di criminalità organizzata o di gravi delitti contro l'economia e la pubblica amministrazione".
Nel mirino, in particolare, la cancellazione dell'abuso d'ufficio, che, secondo l'Anm, "rischia di rendere priva di sanzione la violazione degli obblighi di astensione, la dolosa alterazione di concorsi pubblici, l'assegnazione di appalti, lavori o servizi pubblici, in assenza di procedure di evidenza pubblica: una fascia di impunità che non appare in linea con le esigenze, riconosciute dallo stesso Guardasigilli nella sua relazione alle Camere, di serio ed effettivo contrasto ai fenomeni corruttivi". Va inoltre riaffermata "la necessaria difesa e salvaguardia dello strumento delle intercettazioni".
Un documento a parte è stato dedicato dal Comitato alle dichiarazioni di Pinelli, che contengono giudizi "svalutativi" delle funzioni del Csm, confinandolo ad "organo che dovrebbe limitarsi solo a compiti di 'alta amministrazione'". Ma al Consiglio, secondo l'Anm, spetta invece "l'alto ruolo di orientare i compiti di amministrazione della giurisdizione, per il tramite delle varie scelte operate in materia di organizzazione della giustizia, e di esprimere, pertanto, un vero e proprio indirizzo politico in materia giudiziaria". Ecco perché le toghe ribadiscono il proprio impegno "a tutela del ruolo e delle prerogative consiliari nel sistema costituzionale", affermando che "non potrà essere giustificato alcun arretramento rispetto alla tutela dell'indipendenza della magistratura, che è il presupposto necessario e indefettibile per un sereno esercizio della giurisdizione a tutela di tutti i cittadini".
Gli esponenti di Magistratura indipendente del Comitato hanno sottoscritto un loro documento, più 'morbido' sulle intercettazioni. "Condividiamo - scrive Mi - il richiamo al rispetto degli arresti della giurisprudenza costituzionale e sovranazionale in materia di utilizzazione delle conversazioni estrapolate a seguito del sequestro dei telefoni cellulari, così come il richiamo all'utilizzo dello strumento di indagine delle intercettazioni considerando il principio del rispetto della riservatezza delle conversazioni private e della attenzione alle esigenze di spesa, ma ribadiamo, in proposito, la necessaria difesa e salvaguardia di tale fondamentale strumento di indagine".
L'Anm attacca Nordio su abuso d'ufficio e intercettazioni
'Pinelli sul Csm? Nessun arretramento sull'indipendenza dei magistrati'