Prende il via nell'Aula della Camera semideserta l'esame della mozione presentata dal M5S contro il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi coinvolto in un'inchiesta su un quadro rubato. Ma Sgarbi in Aula non c'è. Ai banchi del governo è seduto l'altro sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi. A illustrare la mozione è il deputato 5 Stelle Arnaldo Lomuti.
"Pensare di colpire gli avversari politici utilizzando le falsità di lettere anonime o le azioni della magistratura appositamente sollecitate con inchieste giornalistiche farlocche è una pratica degna dei più torvi giustizialisti. Sorprende che il PD, partito che pure ha subito la gogna mediatica contro molti suoi illustri esponenti destinatari di semplici avvisi di garanzia, e che proprio dai 5 Stelle, che sull'odio costruiscono il loro consenso, per anni ha subito sui social le ben note 'shit storm', si renda oggi complice di questa squallida operazione di delegittimazione".
Così il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi replica ai parlamentari 5 stelle.
"Non accetto lezioni di 'moralità' da chi, come la deputata grillina Vittoria Baldino, nel 2018 è entrata in Parlamento da avvocato presentando una dichiarazione dei redditi di meno di 5 mila euro. Da Silvestri e Baldino miserabili aggressioni e un uso politico di indagini preliminari nate da una campagna diffamatoria del loro organo di propaganda, Il Fatto, e da una trasmissione, Report, che ha costruito un castello di accuse fatto di sospetti, insinuazioni e plateali menzogne, a firma di due cronisti che sui social prestano i loro servizi al fianco di noti esponenti delle opposizioni, come Alessandro Di Battista. Non è giornalismo, è lotta politica".
"Sul Teatro di Roma e sulla cultura in generale si sta giocando una battaglia tutta politica che nuoce a un settore che dovrebbe essere fondamentale in un Paese come l'Italia ma di cui si parla solo per i nomi e le poltrone. Diciamocela tutta: quello dell'occupazione politica delle istituzioni culturali non è un tema di oggi e non ha un solo colore politico. Quello che lascia di stucco è la sfacciataggine, l'arroganza e l'assoluta mancanza di rispetto da parte di questa destra, che non si fa problemi a calpestare le regole e la vergogna pur di piazzare i suoi. cosa ha da dire Sangiuliano sui retroscena che riguardano lo stipendio del nuovo direttore e le modalità di assegnazione che non avrebbero precedenti? I casi di nomine politicizzate si susseguono, da Verona a Roma, passando per il 'Piccolo' di Milano dove è stato piazzato nientepopodimeno che Geronimo La Russa
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