Per Silvio Berlusconi due standing ovation, foto ovunque, i ricordi e gli omaggi di Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen e Manfred Weber. Al congresso di Forza Italia non poteva che essere così.
E Antonio Tajani, che ha ereditato la guida del partito, ha cominciato il suo intervento evocando il cavaliere con un paragone calcistico a prova di ultrà, seppur non di ispirazione rossonera: "Mi trovo come un calciatore della squadra di Maradona che deve giocare la finale della champions ma Maradona non c'è più.
Per fare quello che faceva Maradona ho una sola possibilità, chiedere aiuto alla squadra e alla curva. La squadra siamo noi, la curva sono gli elettori, Maradona è Berlusconi". Al congresso che lo confermerà segretario, Tajani ha cerchiato sulla cartina l'area che il partito deve conquistare: "Possiamo tornare a essere i grandi protagonisti della politica italiana - ha detto - .C'è un grande spazio fra Meloni e Schlein, quello spazio abbiamo il dovere di occuparlo".
L'obiettivo è creare una "dimora dei moderati", che sia il punto di riferimento per chi condivide i valori popolari, che si concretizzi già alle Europee con accordi per avere nelle liste di Forza Italia anche rappresentanti di esperienze civiche. Tajani ha puntato molto sulla proiezione europea del partito. Che ha scandito la scaletta del congresso con il videomessaggio della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: "Sotto la guida di Tajani - ha detto - Fi resterà un'ancora dell'Italia all'Europa".
E l'intervento del presidente del Ppe Manfred Weber: "I populisti dicono di amare le loro nazioni ma sono burattini di Putin". Ma il primo ospite a comparire - in video - è stata la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, che in Europa sta altrove: "Anche se apparteniamo a famiglie diverse - ha detto - gli obiettivi sono comuni, abbiamo dimostrato come una maggioranza anche composita possa fare la differenza, anche in Europa possiamo portare il modello italiano". E poi, sulle fibrillazioni della coalizione: "Stiamo governando con grande compattezza. Il centrodestra non è un incidente della storia. Stiamo insieme per scelta, le nostre visioni sono comuni". Nelle prime file, in sala, c'era il presidente del Senato, Ignazio la Russa. Per Fdi c'erano anche i capigruppo Lucio Malan e Tommaso Foti.
Mentre nelle chiacchiere dei corridoi c'è chi ha notato come per la Lega ci fosse una sola deputata, Simonetta Matone. E anche da una battuta del presidente azzurro della Calabria, Roberto Occhiuto, ha fatto capolino un po' di freddezza: "Vedo che c'è tanto entusiasmo, forse più da noi che nei luoghi dove si riunisce la Lega". In sala c'era anche Paolo Berlusconi, mentre non si è vista la compagna del cavaliere, Marta Fascina. "Voglio ringraziare la famiglia Berlusconi - ha detto Tajani - non ha mai fatto mancare il sostegno, non ha mai lasciato da sola Fi, non ha mai lasciato da solo il progetto di Silvio Berlusconi. Fi è stata forse una delle sue più geniali creature, e la famiglia Berlusconi quella creatura la vuol vedere crescere". Il congresso confermerà Tajani segretario. Con lui una squadra di vice: Roberto Occhiuto, Deborah Bergamini, Stefano Benigni e Alberto Cirio.
Dopo quasi un'ora e mezzo di intervento, Tajani si è fermato un attimo. Per prendere fiato. Non era la stanchezza. Era un magone. Stava dicendo: "Se domani mi darete la vostra fiducia, ve lo chiedo con grande amicizia, perché questa è la mia grande famiglia...", ma non è riuscito ad andare oltre. Applauso. Poi di nuovo con i punti del programma. Cogliendo fior da fiore: mai una patrimoniale, mai tasse sulla casa, cinque anni di scuola superiore sono troppi, via lo Stato da Mps, separazione delle carriere, lotta alle discriminazioni per gli orientamenti sessuali... E un messaggio alle opposizioni: "Non c'è nessuna crisi nel centrodestra, lo dico a tutti nostri avversari politici: andremo avanti fino alla fine della legislatura".