"Se c'era veramente un comitato di spioni che poi vendeva queste informazioni per danneggiare la Lega e il centrodestra penso che 60 milioni di italiani abbiano il diritto di saperlo". Il leader della Lega Matteo Salvini va all'attacco dopo l'inchiesta della procura di Perugia sui presunti dossieraggi ai danni di politici e vip. E si muovono commissione Antimafia e Copasir che programmano le audizioni - richieste da entrambi - del procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo e del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone.
Mentre anche il ministro Adolfo Urso - tra le vittime degli accessi al Sistema di segnalazioni di operazioni sospette - ha fatto sapere che potrebbe chiedere un'audizione come hanno fatto i due magistrati. La Lega annuncia una "richiesta di risarcimento danni a tutti i livelli". "Mi rifiuto di pensare - afferma Salvini - che fosse un ufficiale infedele della finanza, un solo magistrato o giornalista. Qui c'è evidentemente un sistema che aveva come avversario da abbattere la Lega e il centrodestra. Vogliamo sapere chi c'è dietro e chiediamo un intervento di condanna a tutti i livelli: è inammissibile pensare che qualcuno possa essere spiato nella vita privata da pezzi di Stato". Dall'opposizione chiede chiarezza anche il leader M5s Giuseppe Conte. "La magistratura - dice - vada fino in fondo. Accessi abusivi non sono accettabili. Che si faccia luce su questa vicenda. Non mi sembra che sia una questione di esclusiva dove le vittime sono nel centrodestra come hanno detto esponenti di Fratelli d'Italia. Purtroppo ci sono anche io con i miei affetti più cari".
Tra i politici vittime degli oltre 800 accessi abusivi alle banche dati riservate anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. "Mi accorsi - ricorda - di intrusioni e sottrazioni di email quando ero presidente del Copasir. Leggo ora dalla stampa che intromissioni illecite erano avvenute anche sui miei conti correnti, e già negli anni precedenti, quando avrei dovuto garantire e ho garantito come presidente del Comitato parlamentare che le istituzioni democratiche fossero tutelate. Visto che Melillo e Cantone hanno chiesto di essere auditi da Csm, commissione Antimafia e Copasir, dopo la loro audizione deciderò se chiederla anche io".
L'Antimafia ha già messo in calendario gli appuntamenti: toccherà mercoledì alle 16.30 a Melillo ed il giorno dopo alle 10 a Cantone. Ed è polemica in commissione, dove c'è stato un ufficio di presidenza particolarmente caldo. Il vicepresidente Mauro D'Attis (Fi) ha invitato l'altro vicepresidente ed ex magistrato Federico Cafiero De Raho (M5s) ad astenersi dal partecipare "alle sedute che riguardano l'inchiesta perché all'epoca dei fatti era il Procuratore nazionale antimafia". Ribalta addirittura la prospettiva Raffaella Paita (Iv): "Io penso che De Raho debba rispondere in commissione Antimafia, ma come audito, non come commissario". Franco Mirabelli (Pd) non ci sta: "Il tentativo di usare l'inchiesta di Perugia per screditare persone come Cafiero De Raho è inaccettabile. La sua presenza in commissione non solo non è inopportuna, ma davvero utile per il contributo che può dare". E dopo la tappa in antimafia, ai due magistrati si apriranno anche le porte del Copasir, che sta decidendo in queste ore le date delle audizioni. Domani l'organismo si riunirà. "Bisogna andare a fondo e capire a beneficio di chi è stata presa questa iniziativa e se ci sono filiere di potere organizzate", afferma Enrico Borghi (Iv), componente del Comitato. Sulla stessa linea l'altro Borghi membro dell'organismo parlamentare, il leghista Claudio, che anticipa la richiesta di ampliare la platea delle audizioni: "È necessario fare piena luce. Chiederemo di audire al Copasir i più alti vertici delle Istituzioni", fa sapere.
C'è anche l'ipotesi del mandante nell'indagine di Perugia
C'è anche l'ipotesi che Pasquale Striano possa avere avuto un mandante tra quelle vagliate dalla procura di Perugia che indaga sulle centinaia di accessi ritenuti abusivi alle banche dati della Procura nazionale antimafia da parte del tenente della Guardia di finanza. Ipotesi che però non ha trovato finora riscontro negli accertamenti dei magistrati coordinati dal procuratore Raffaele Cantone. Il tema centrale dell'indagine resta quindi quello di come siano state utilizzate le informazioni recuperate da Striano dalle banche dati. E se l'ufficiale le abbia fornite ad altre persone ed eventualmente per quali scopi.
Pm Roma indaga su accuse a GravinaLa Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulle accuse rivolte al presidente della Figc Gabriele Gravina. L'indagine, al momento senza indagati o ipotesi di reato, è all'attenzione dei magistrati di Roma in relazione ad una segnalazione, mesi fa, della Dna e che avrebbe ad oggetto "presunte attività illecite - come emerge dalle carte dell'indagine di Perugia - poste in essere dal Gabriele Gravina" presidente della Figc.
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