Alla fine Gasparri ha preso una decisione. "Mi dimetto dalla presidenza non operativa di Cyberealm, società che non merita astiosi e immotivati attacchi", comunica in una lettera al presidente del Senato Ignazio La Russa, chiudendo il cerchio aperto da Report a novembre scorso, quando la trasmissione Rai mette sotto i riflettori che l'azzurro presiede dal 2021 una società di sicurezza informatica, senza averlo mai rivelato agli uffici di Palazzo Madama. Appare come una violazione del regolamento che impone, dopo l'elezione parlamentare, la comunicazione di eventuali incarichi aggiuntivi. La pena per mancata informazione arriva alla decadenza dell'incarico.
La notizia crea subito un polverone mediatico sul quale la giunta per le immunità della Camera Alta getta acqua. Al termine di un'istruttoria, condotta da una sottocommissione guidata dal senatore leghista Manfredi Potenti, dichiara che l'incarico del capogruppo di FI in Cyberealm è compatibile con il ruolo di senatore perché la società non intrattiene rapporti con la pubblica amministrazione. Ad informare sulle avvenute dimissioni del parlamentare di Forza Italia la stessa trasmissione Report, che stamattina sui social scrive: "le dimissioni dalla società confermano che Report aveva ragione. Alla fine anche Gasparri si è dovuto arrendere all'evidenza dei fatti". Nel mirino del programma televisivo la stessa Giunta colpevole, si legge nella nota, di aver preso decisioni "per ragioni politiche, senza compiere alcuna istruttoria" e il presidente La Russa accusato di non aver "avviato alcun procedimento disciplinare". Il commento del Movimento 5 stelle è immediato "La vicenda - affermano i pentastellati - ha offeso le istituzioni. Finalmente, con anni di ritardo, ha capito anche lui quanto fosse incompatibile quel ruolo con quello di senatore".
La voce di Gasparri si fa sentire da Bucarest dove è arrivato per partecipare al congresso del Partito popolare europeo (Ppe): "Non è una resa, la giunta del Senato ha confermato la compatibilità" tiene a precisare "La mia è una libera scelta". Poi spiega: "Non mi sono dimesso prima per consentire agli organi del Senato di esprimersi. Un giudizio che mi ha dato ragione". Infine mette nel mirino i 5 stelle e la trasmissione da cui tutto è partito. "Report e gli esponenti grillini continuano a dire menzogne" sostiene il parlamentare. Promette "numerose denunce", "i bugiardi saranno querelati" e si dice in attesa dell'esito "dei giudizi a carico dei programmi Rai, di alcuni giornali e di singoli vaniloquenti".