Il governo blocca l'avvio dell'iter parlamentare della legge sul suicidio assistito, inutilmente sollecitata dalla Corte costituzionale sin dall'ottobre 2018, richiesta rinnovata pochi giorni fa dall'attuale presidente della Corte, Augusto Barbera.
In Commissione del Senato, infatti, l'assenza del governo, ha impedito il semplice incardinamento del ddl a prima firma di Alfredo Bazoli (Pd), provocando la dura reazione delle opposizioni.
Ad aumentare lo scontro ci ha pensato un altro ddl sul fine vita, depositato da Fi, che prevede criteri più restrittivi di quelli introdotti dalla Corte costituzionale nel 2019 e che interviene anche sulla legge sul testamento biologico del 2017. Dieci minuti prima della seduta delle Commissioni Giustizia e Affari sociali del Senato, dove si sarebbe dovuto incardinare il ddl, i senatori hanno ricevuto un sms in cui veniva comunicata l'annullamento della seduta per l'assenza del governo.
Un passo non motivato che ha suscitato le critiche di Pd e Avs. I Dem hanno parlato di "ostruzionismo della maggioranza" mentre Peppe De Cristofaro, capogruppo di Avs, ha accusato il governo di voler "affossare la legge". Il ddl che doveva essere incardinato è del senatore Dem Alfredo Bazoli, che ha ripresentato il testo approvato dalla Camera nella scorsa legislatura; un testo che rende applicativa la sentenza della Consulta del 2019. Questa aveva indicato quattro criteri per consentire il suicidio assistito.
Il ddl Bazoli è stato inserito nel calendario in quota opposizione. Un ulteriore elemento divisivo è stato rappresentato dal deposito di un altro ddl, questa volta di Fi, che non segue le indicazioni della Corte costituzionale. Infatti il testo prevede pene attenuate per l'aiuto al suicidio e non la punibilità, e in più su criteri più restrittivi di quelli precisati dalla Consulta. Il Pd ha subito parlato di "un colpo di mano". "I temi etici - ha replicato Andriano Paroli, vicepresidente di Fi e primo firmatario del ddl - non sono un monopolio del Pd. Non è solo giusto ma anche doveroso che su questioni così importanti il dibattito parlamentare tenga conto di tutte le posizioni e le sensibilità presenti nella società".
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