Caos, urla e forte tensione alla commissione Affari Costituzionali della Camera dopo che la maggioranza è stata battuta in un voto su un emendamento del M5s e il presidente Nazario Pagano non ha riconosciuto l'esito della votazione, facendola ripetere.
Il voto non era stato proclamato da Pagano (Forza Italia) che, dopo una pausa per approfondire l'istruttoria, ha deciso, essendoci dei precedenti, di far ripetere la votazione. "Non si è conclusa la procedura di voto. La Commissione riprenderà venerdì", ha detto il presidente della Commissione al termine della seduta a proposito dell'emendamento incriminato. Per Pagano, non essendosi conclusa la procedura di voto sulla proposta di modifica, su cui - secondo i gruppi di opposizione - la maggioranza è stata battuta, venerdì si ripeterà la votazione dello stesso emendamento.
Ma le opposizioni insorgono. "Il regolamento della Camera prevede che, qualora si ritenesse che ci siano state irregolarità - e non ce ne sono state - la nuova votazione avvenga immediatamente. E immediatamente non vuol dire solo a livello temporale ma anche 'rebus sic stantibus', ovvero con i medesimi soggetti", ha commentato Alfonso Colucci (M5s). Per Colucci il fatto che la maggioranza sia stata battuta "è significativo del fatto che evidentemente non sono così convinti e unitari anche su questo provvedimento. Non è solo uno scivolone ma è espressione di una grande crepa all'interno della maggioranza".
Il Pd, secondo quanto si apprende da fonti dem, in commissione Affari costituzionali non riconosce più la terzietà del presidente Nazario Pagano e ha chiesto di interrompere la seduta e rinviare a venerdì per sciogliere il nodo del voto sull'emendamento del M5s. La sua proposta di non riconoscere la procedura di voto, viene spiegato, "non esiste in nessun articolo del regolamento, l'esito del voto era chiaro e certificato dai commissari d'aula e non c'è bisogno di ripeterlo".
La presidente di Azione Mara Carfagna sottolinea che "sull'autonomia differenziata la maggioranza continua a marciare a tappe forzate, tra contingentamento dei tempi e gravi forzature istituzionali. Come la decisione di non riconoscere l'esito del voto su un emendamento dell'opposizione su cui il governo è andato sotto. Per la serie: se non vinco non vale. Tutto pur di condurre in porto un provvedimento che non sta in piedi, bocciato anche da Confindustria, Ufficio Parlamentare di Bilancio, Banca d'Italia ed altri organismi indipendenti".
"La maggioranza è stata battuta in commissione Affari costituzionali sul ddl autonomia, ma il presidente Pagano non sta riconoscendo l'esito del voto", ribadisce la capogruppo democratica in commissione Affari costituzionali alla Camera, Simona Bonafè che parla di "un fatto di una gravità inaudita, è incredibile che dopo le continue forzature sull'esame in commissione, la maggioranza voglia adesso piegare l'esito di una votazione molto chiara. Non accetteremo questo tentativo di stravolgere l'esito di un voto così netto".
E anche la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi denuncia l'accaduto: "Il governo è stato battuto in commissione Affari costituzionali su un emendamento dell'opposizione al ddl sull'autonomia differenziata, ma invece di prenderne atto, il presidente della Commissione ha cercato di annullare il voto e ha sospeso la seduta. In sfregio alle regole, la maggioranza si comporta in modo infantile: perde la partita e si porta via il pallone".
Via la parola autonomia dai principi del ddl, ecco l'emendamento della discordi'L'emendamento della discordia', su cui la maggioranza è andata sotto in commissione Affari Costituzionali della Camera andrebbe ad eliminare la parola "autonomia" dal primo comma del primo articolo del disegno di legge in esame. Il testo, presentato dal M5s, va ad incidere sull'enunciazione dei principi di "indivisibilità e autonomia" che la proposta di legge si propone di rispettare, sopprimendo le parole "e autonomia".
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