"Stiamo lavorando con i nostri uffici legislativi per presentare modifiche" sia sul tema "superbonus" sia su quello "sugar tax". Sul superbonus si andrà ad incidere sul tema della "retroattività che, come ha spiegato Antonio Tajani, viola i principi della certezza del diritto". Per quanto riguarda "la sugar tax, al pari della plastic tax, tutta la maggioranza si era già espressa per farla slittare o addirittura abolirla". Lo dice all'ANSA il portavoce di FI, Raffaele Nevi. FI da giorni è in contatto con le associazione delle imprese e del settore bancario.
Il caso superbonus con le frizioni tra Tajani e Giorgetti? "Sono sicuro che si troverà una soluzione come in questo anno e mezzo di governo si è sempre trovata". Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini a Rtl spiegando, comunque, che il dossier "non è sulla sua scrivania".
Braccio di ferro nel governo sulle norme retroattive per il superbonus e sulla sugar tax. Se gli alleati non accetteranno di cambiarle, Forza Italia minaccia di non votare il decreto all'esame della Commissione finanze del Senato. E chiede un confronto di maggioranza sull'emendamento presentato da Giancarlo Giorgetti. L'atmosfera fra gli alleati si scalda come ad agosto, quando il ministro dell'Economia e Giorgia Meloni decisero di varare una tassa sugli extraprofitti delle banche, senza consultare preventivamente Antonio Tajani. È stato uno dei passaggi più delicati per l'equilibrio di questo esecutivo, che trovò un compromesso dopo una lunga trattativa. Ora se ne apre un'altra dall'esito incerto.
Dopo un sabato ad alta tensione, non sono mancate fibrillazioni domenicali. "Sono amico del ministro Giorgetti ma", ha puntualizzato Tajani, nell'emendamento "presentato dal ministero delle Economia" ci sono "dal punto di vista giuridico incongruenze col sistema italiano: un sistema democratico non può approvare norme retroattive". Il leader di FI, alla vigilia dell'apertura della campagna elettorale con la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, ha chiesto anche di "rispettare la volontà del Parlamento e del Governo" sulla sugar tax. Il riferimento è all'ordine del giorno - votato dalla maggioranza a dicembre in occasione della manovra - che impegnava di fatto l'esecutivo ad accantonare o fare slittare ancora l'imposta sul consumo delle bevande analcoliche edulcorate, altrimenti in vigore da luglio, seppure con aliquote ridotte. "L'emendamento presentato sul superbonus è del governo e non del Mef - ha notato il senatore leghista Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze -, sorprende che Tajani abbia aderito a sua insaputa come già successo per il prelievo sugli extraprofitti delle banche. Si chiarisca con la premier Meloni e proponga dove reperire le risorse. Questi continui attacchi all'esecutivo sono incomprensibili". "Nessuna volontà di rottura, nessuna distrazione - la replica dell'azzurro Maurizio Gasparri -, ma nessuna volontà di venire meno a principi inderogabili". Non è casuale il silenzio di FdI. Sulle scelte di rigore di bilancio fin qui Meloni è sempre stata allineata a Giorgetti. Nelle prossime ore si capirà se verrà accolta la richiesta avanzata da FI di un confronto interno. Potrebbe essere a livello parlamentare, se non a livello di leader, che spesso ultimamente hanno tenuto dei pranzi di lavoro il lunedì a Palazzo Chigi. In commissione al Senato, intanto, il termine per i subemendamenti alla proposta del Mef è fissato alle 13.
La giornata si aprirà però alla Camera, dove alle 9.30 Antonio Tajani e i dirigenti azzurri incontreranno le banche e le associazioni del mondo dell'edilizia, in pressing per modificare soprattutto la norma che impedirebbe dal 2025 agli istituti finanziari di compensare i crediti del superbonus con debiti previdenziali, pena il recupero del credito con interessi e una sanzione. Gli azzurri starebbero inoltre preparando la richiesta di un parere di Bankitalia sulle ultime norme. Più semplice pare una soluzione sulla sugar tax. Le associazioni di categoria stanno premendo su tutti i gruppi parlamentari e i ministri interessati, inclusi Adolfo Urso (Imprese) e Francesco Lollobrigida (Agricoltura). "Vanno evitati - avverte Assobibe - gli effetti della tassa su tutti gli anelli della Filiera, stimati da Nomisma in una contrazione delle vendite (-16%), degli investimenti (-46 milioni), degli acquisti di materia prima (-400 milioni), oltre ai rischi occupazionali conseguenti (-5 mila posti di lavoro)".
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